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Vitigni della Valle d’Aosta: i vigneti più alti d’Europa

Tra i monti più alti d’Europa

La Valle d’Aosta è la più piccola regione italiana, completamente circondata dalle Alpi e dai quattro massicci montuosi più alti d’Europa: Monte Bianco, Cervino, Gran Paradiso e Monte Rosa. Terra di grande tradizione storica e culturale, la regione ha fatto dell’accoglienza turistica sia invernale che estiva un proprio stile di vita. Anche il vino costituisce una grande attrattiva per gli appassionati; dai vitigni coltivati in alta quota si ottengono vini unici in tutto il mondo.

Quanti di voi hanno pensato a questa regione per una degustazione in cantina? Piemonte, Toscana, Lombardia la fanno da padrone nel mondo enoturistico, ma questo piccolo triangolo di terra a Nord Ovest d’Italia vanta una tradizione vitivinicola che si perde nella notte dei tempi.


Storia dei vitigni della Valle d’Aosta

Sembra che in queste terre già la tribù dei Salassi, preistorici abitatori della Valle, praticassero la coltura della vite. Sono del 515 d.C. le prime testimonianze della viticoltura, ma è durante il Medioevo che i vitigni valdostani acquisiscono la fama. Nel 1550 Leandro Alberti loda il paesello di Bard per un “soave Moscatello con molti altri buoni vini”.

Nella seconda metà dell’800, la posizione e il clima rigido arginarono la diffusione della fillossera nei vitigni della Valle d’Aosta, che però non risparmiò la varietà autoctona dell’antico Muscatel de Saint Denis. Nel 1983 tutta la produzione regionale viene raccolta sotto la comune Denominazione di Origine Bilingue “Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste DOC”, seguita dal nome del vitigno o dalla qualificazione del vino o del territorio, innescando un processo di innovazione che sta portando verso un futuro tutto da scoprire. La DOC presenta sette sotto-denominazioni per una produzione di circa 27.000 di ettolitri all’anno.

Vitigni valdostani: il terroir

vitigni valle d'aosta terroir

Il territorio coltivato a vite giace quasi interamente nella media valle e si estende sulle pendici pedemontane da Pont S. Martin a Morgex. Estati caldi e inverni freddi ne fanno un clima ideale per preservare la vite dalle muffe e dalla fillossera. Dal punto di vista geologico, la viticoltura è condizionata dalle Alpi con le sue vette altissime e con rocce di natura metamorfica. I suoli sono leggeri e spesso subacidi, mentre nell’alta e media valle sono importanti i depositi dei ghiacciai (morene). In questa tipologia di territorio la forma di allevamento più usata è la “pergola valdostana”, per una superficie vitata di circa 600 ettari.

I vigneti più alti d’Europa

Nelle zone più basse (300-500 metri slm) si coltivano principalmente varietà a frutto nero; nelle zone più alte si coltivano varietà a frutto bianco (fino a 1220 metri slm). Sono molti i vitigni valdostani autoctoni: Fumin, Priè Blanc, Petit Rouge, Vien de Nus, Cornalin, Mayolet e Prëmetta. Possiamo trovare anche Nebbiolo (Picoutener), Pinot Nero, Gamay, Dolcetto, Syrah oppure Moscato bianco (Moscato di Chambave), Pinot Grigio, Pinot Bianco, Muller Thurgau, Chardonnay Blanc de Morgex e de La Salle.

Il Prié Blanc è il vigneto più alto d’Europa (fino a 1200 metri) grazie alle sue caratteristiche che ne facilitano la coltivazione. Compie il suo ciclo vegetativo in un tempo molto breve, germoglia tardivamente e matura precocemente verso la fine di agosto.


Una viticoltura eroica

Chi più alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna.

– Walter Bonatti

Mai citazione può rappresentare meglio l’amore che lega il popolo di questa valle alla propria terra. Quando si parla di viticoltura eroica si vuole sottolineare la fatica di una passione che si aggrappa alle rocce delle montagne dove i vigneti affondano le radici.

Ma la viticoltura eroica è qualcosa che va oltre la passione. La perfetta conoscenza del terreno, dei venti, dell’esposizione al sole e agli agenti atmosferici, la vicinanza all’acqua e un clima per certi aspetti non facile rendono ancora più inebriante sollevare il calice e sentirne i profumi della propria fatica. La gestione dei filari, vendemmiare o potare costituiscono vere e proprie sfide per l’uomo. Le pendenze vertiginose, gli spazi di coltivazione ristretti, la scarsa acqua sono solo una parte delle difficoltà che ogni vignaiolo deve superare. Per questa ragioni la produzione rimane tra le più basse della penisola: la Valle d’Aosta rappresenta lo 0,2% circa della produzione nazionale.

I vini della Valle d’Aosta

vini valle d'aosta

Le escursioni termiche da queste parti sono una cosa seria, motivo per cui i vini di questa regione hanno una finezza olfattiva oltre misura. I vini bianchi sono fermi o spumanti metodo classico. Sono tipici vini di montagna, leggeri ma con un buona acidità e profumi delicati. I rossi sono di media struttura, meno adatti all’invecchiamento ma dal profumo fine e un color rosso rubino brillante. Ottimi anche i moscati come il Moscato di Chambave, vino riccamente dorato e intensamente aromatico.

Degustazione in cantina

Dopo una bella passeggiata in montagna o una giornata trascorsa sulle nevi delle cime più alte d’Europa, una degustazione in una delle belle cantine della Valle d’Aosta è un modo originale ma sicuramente appagante di assaporare una valle che tanto ha da offrire ai propri visitatori.

Un consiglio? Prenota su Cantine.wine una visita presso la cantina La Vrille, in località Grangeon Verrayes Aosta. Un agriturismo nato nel 2002 dal sogno di Luciana ed Hervé. La filosofia dell’azienda è quella di offrire agli ospiti un ambiente famigliare e far cogliere ai clienti l’autenticità e la semplicità della Valle d’Aosta. Qui vengono coltivati i vitigni valdostani autoctoni nel rispetto della natura e del territorio.

Prenota qui la tua visita: “Cantina La Vrille. Una vigna sapientemente curata, una sala degustazioni costruita nel rispetto dei materiale del luogo e tanta passione e amore da parte dei proprietari nel raccontare la propria storia”


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