Ultima lettera dell’alfabeto dedicata ad un vitigno a “stelle e strisce” coltivato nel cuore enologico statunitense: la Napa Valley. Un vitigno ricco di storia e di mistero che ci porta a parlare anche di un nostro vitigno, rivalutato soprattutto negli ultimi anni, per il pregio dei vini che riesce a produrre: il Primitivo di Puglia. Il vitigno Zinfandel è un vitigno internazionale che fino a qualche anno fa si pensava fosse autoctono americano, coltivato soprattutto in California. Dopo attente analisi si è scoperto come lo Zinfandel discenda direttamente dal vitigno Primitivo di Puglia che a sua volta sembra avere antenati croati (il Plavac Mali).
Le caratteristiche dello Zinfandel
Lo Zinfandel è il vitigno più coltivato negli Stati Uniti, è a bacca nera e possiede un tasso alcolico veramente alto (può superare i 17 gradi). La vinificazione prevalente è in rosso, con un colore molto scuro e un corredo olfattivo intenso e complesso. Ha una spiccata acidità e può essere adatto anche a lunghi invecchiamenti. All’esame olfattivo troviamo aromi di ribes nero, ciliegia, marmellata di mirtillo, spezie e liquirizia. Negli ultimi anni i produttori hanno abbassato il grado alcolico per renderlo un vino anche da pasto più fresco e meno concentrato. Lo possiamo trovare anche vinificato in bianco in assemblaggio con altri vini per la produzione di spumanti o di un vino da dessert chiamato “Porto Californiano”.

La storia di questo vitigno è la storia dell’enologia americana: da vino robusto per i minatori ad uva utilizzata per i tagli. Dall’acquisto in latte metalliche per la produzione di vino in casa durante l’epoca del proibizionismo ai vini White Zinfandel leggeri e beverini degli anni ’60. Fino ad arrivare ai giorni nostri con rossi complessi e strutturati che si sono saputi imporre in campo enologico internazionale. Coltivato ad alberello senza alcun sostegno, come il suo “fratellastro” pugliese.
Anche il Primitivo, infatti, nei territori di Mottola e Manduria, viene ancora oggi coltivato ad alberello. Anche questo vino si sta trasformando da vino usato per i tagli a vino di nicchia molto apprezzato. È un rosso importante, il nostro Primitivo, di grande personalità. Compare in Puglia intorno al 1700 e viene selezionato prediligendo viti precoci nella maturazione (per questo motivo dette “primitive”). Nel 1967 un professore californiano, in vacanza in Puglia, scopre casualmente la fratellanza fra i due vitigni. Assaggiando il nostro Primitivo scopre un legame molto forte con l’americano Zinfandel. Studi ampellografici e del DNA hanno confermato l’intuizione del professore: sono fratelli.
Ma come è arrivato il Primitivo in California?
Studi di settore hanno evidenziato una somiglianza con il vitigno croato Plavac Mali. Anche in questo caso il DNA ha evidenziato come il Plavac Mali derivi dall’incrocio tra Zinfandel-Primitivo e Dobricic (un vitigno molto raro e autoctono della costa dalmata). Tutto questo giro fra Stati per ipotizzare una provenienza croata per lo Zinfandel e una provenienza dai Balcani per il Primitivo. Quindi se il vitigno americano è arrivato presumibilmente grazie ai commerci dalle zone della Croazia, perché suo fratello gemello lo troviamo in Puglia?

A voi la risposta con qualche ricerca in merito. Se un minimo di curiosità è nata, acquistate entrambi e provate una degustazione alla cieca fra amici per scoprirne le particolarità e le affinità. E visto che è più vicina, e in una parte dell’Italia incantevole, magari andate direttamente in cantina a parlare con il produttore e farvi raccontare la sua verità.