Per la lettera E dell’alfabeto una piccola “chicca” ci viene dal particolare nome di un vitigno autoctono a bacca bianca del Piemonte: Erbaluce. Da questo vitigno si producono diverse tipologie di vino: vini secchi, spumanti e soprattutto passiti.

La storia del vitigno
Il nome di questo vitigno sembra avere origine dal poetico appellativo latino di “Alba lux”. Giovan Battista Croce, in uno scritto del 1606, sostiene: “Erbalus è uva bianca così detta, come Alba luce, perchè biancheggiando risplende…”. Altra leggenda vuole che il nome di questo vitigno derivi dalla dea Albaluce nata su una collina di Caluso e le cui lacrime permisero la nascita dell’uva omonima.
Il vitigno si trova nella zona subalpina del Canavese su zone collinari soleggiate ma non troppo secche. La viticoltura nel Canavese ha origini molto antiche, poichè già gli antichi abitanti della zona, i Salassi, coltivavano la vite e ne traevano vino. È generalmente allevato con il sistema della pergola canavesana, secondo l’antica consuetudine del territorio, ma ci sono anche impianti più recenti a guyot. È una varietà che produce grappoli di grandezza media con una forma leggermente allungata. Il vitigno è stato registrato ufficialmente nel 1970 con una superficie coltivata a livello nazionale di circa 319 ha.

Il vitigno e il suo vino
L’Erbaluce è un vitigno molto versatile. La sua spiccata acidità e la dolcezza degli acini lo rendono adatto alla produzione di diverse tipologie di vino: vini secchi, spumanti e ottimi passiti. La sua elevata acidità fissa lo rende perfetto per la preparazione di basi per spumanti ma il suo utilizzo principale è comunque destinato alla produzione di passito. Dalle uve di questo vitigno si producono, infatti, i seguenti vini: Erbaluce di Caluso DOCG, Erbaluce DOCG di Caluso Spumante e Erbaluce DOCG di Caluso Passito.
Il vino bianco piemontese riporta a profumi di fiori di campo dal gusto fresco e secco, sapido e con note lievemente mandorlate. È un vino con una ottima capacità di evoluzione nel tempo che mostra tutta la sua complessità e struttura. Perfetto se accompagnato da cibi tipici del luogo come la zuppa canavesana o i tomini freschi.

Lo Spumante può essere prodotto esclusivamente con metodo classico con un’ottima acidità e struttura. Il vino si presenta con una spuma leggera ed persistente, un perlage fine e un colore paglierino scarico. Il suo profumo è delicato con note fruttate e floreali. Questo vino è ottimo per introdurre il pasto, ma anche come accompagnamento di piatti di pesce quali il carpaccio di trota.
Il Passito si ottiene con l’appassimento delle uve sui graticci in locali arieggiati (“le passitaie”) per almeno 3/5 mesi e con un invecchiamento successivo di almeno tre anni. È un vino con notevole capacità di invecchiamento di colore che va dal giallo oro all’ambrato, limpidezza brillante, profumo elegante e vagamente etereo. Il suo gusto dolce, che richiama aromi di miele, confettura, frutta passita e candita, lo rende perfetto per accompagnare formaggi dal gusto forte come il Castelmagno. È ideale anche per dolci pomeridiani come i tipici amaretti, baci di dama e canestrelli.