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L’alfabeto del vino: U come Uva

“…Settembre settembrino, matura l’uva e si fa il vino…”: così inizia una poesia di Gianni Rodari. Ma non con tutta si può fare il vino, ripercorriamo la storia della nostra preziosissima uva.

Le origini dell’uva

L’uva fa parte della famiglia delle Vitaceae che compaiono sulla Terra circa 140 milioni di anni fa. La Vitis vinifera Silvestris (sottospecie spontanea diffusa in ambienti boschivi nelle regioni euroasiatiche) risale a circa 10 millenni or sono ma dal punto di vista agronomico questa specie di uva selvatica non ha alcun interesse. Dobbiamo aspettare la Vitis vinifera Sativa per arrivare alla progenitrice delle varietà oggi coltivate nelle aziende vitivinicole: la sua comparsa risale a circa 3 millenni fa. È una pianta che troviamo maggiormente in Europa, anche se sembrano accertate le sue origini sud-asiatiche. La vite infatti si pensa possa essere nata nelle zone del Caucaso, dopo l’ultima glaciazione e da lì diffusa verso ovest seguendo le varie civilizzazioni fino a trovare in Europa la sua culla perfetta.

vigneti

Nella patria d’origine, l’Asia, non ha avuto fortuna in quanto queste popolazioni non hanno mai manifestato interesse nella coltivazione di questo arbusto. Arrivata nel nostro continente la Vitis Vinifera trova non solo terreni adatti alla coltivazione ma anche popoli che l’accolgono immediatamente come una regina arrivando a creare un vero e proprio culto del vino con divinità dedicate (Dionisio e Bacco ne sono un esempio).

L’uva e le antiche civiltà

Dobbiamo ringraziare la grande civiltà greca per aver capito immediatamente l’importanza della sua coltivazione. I Greci sono i primi ad operare selezioni e sperimentare nuovi sistemi di produzione per un rendimento costante ed abbondante, passando successivamente le conoscenze ai Romani. I due popoli che contribuiscono fortemente alla diffusione nel Mediterraneo della vite sono i Fenici e i Greci (in Egitto, Assiria, Grecia, Sicilia, Sardegna e Africa Settentrionale) in un primo momento mentre successivamente i Romani in tutti i territori da loro conquistati. Discorso a parte per il centro Italia ove la fanno da padroni in termini di produzione e alta conoscenza gli Etruschi.

I Romani diffusero la viticoltura dalla Francia al Danubio; il vino con loro penetra in tutte le classi sociali, si ha una grande evoluzione delle tecniche enologiche e compaiono le prime presse.  Abbiamo ritrovato numerosi scritti sui vitigni autoctoni, la potatura, le concimazioni e le vinificazioni. A Roma e nei suoi domini il vino diventa bevanda dal consumo quotidiano per tutte le classi sociali. La produzione abbonda e quindi anche quella di basso costo per le classi meno agiate. I Romani costituirono le prime vere aziende vinicole, con fattorie dedicate solo alla coltivazione e alla produzione di vino, grazie anche alla numerosa manovalanza degli schiavi, che assicuravano alti ritmi di lavoro per sostenere elevate produzioni.

I Romani, come abbiamo detto, sono i veri protagonisti della seconda diffusione (lavorazione e studio) del vino in Europa tanto da garantire al nostro paese il monopolio della qualità e della quantità di produzione per molti secoli anche dopo la caduta dell’impero. Dobbiamo arrivare al tardo Rinascimento e i grandi viaggi commerciali via mare degli inglesi per strappare questo primato all’Italia.

Dal Medioevo ai giorni nostri

Nel Medioevo la viticoltura viene praticata quasi esclusivamente nei monasteri. Con il totale abbandono delle campagne, infatti, sono proprio i monaci che all’interno dei loro possedimenti continuano e perfezionano la coltivazione della vite lasciandoci anche numerosi scritti su di essa e i progressi fatti.  Dal tardo Medioevo in poi la vite riprese il suo posto sulle colline e nelle campagne.

fillossera

Con l’inizio dei grandi traffici commerciali anche la vite inizia i lunghi spostamenti arrivando fino alle Americhe e nell’ultimo secolo all’Australia. Questo, però, costituisce anche un problema enorme per l’Europa con il diffondersi di nuove malattie della vite, come l’oidio, la fillossera e la peronospora. L’epidemia di fillossera a metà Ottocento mette a rischio la sopravvivenza stessa della pianta nel vecchio continente. La soluzione è stata utilizzare il portainnesto della vite americana (unica a non essere attaccata da questa malattia). Da allora le piante di vite non innestate sono dette “a piede franco”.

Le varietà nel mondo

La Vitis Vinifera è quella che porta la formazione dei vini migliori al mondo. Le varietà di Vitis Vinifera più diffuse nei vari continenti sono una cinquantina e ad oggi i principali paesi produttori di uva da vino sono Italia, Francia, Spagna, Germania e Grecia. Devono essere considerate e imparate a conoscere anche nuove zone emergenti ma interessanti per la produzione del vino come il Sud Africa, la Napa Valley e l’Australia.

Leggi anche: “L’alfabeto del vino: V come Vini di Ghiaccio. Chi di voi ha mai assaggiato l’eiswein?”

Da qualsiasi vitigno provenga il vino nel nostro calice da oggi in poi dobbiamo porgere un ringraziamento sentito a tutte quelle popolazioni che hanno fortemente creduto nella coltivazione di questa pianta meravigliosa. La cura, la dedizione, la sperimentazione hanno portato il panorama vitivinicolo attuale a potersi fregiare di una varietà e una eccellenza unica nel suo genere. Ogni vitigno, ogni coltivazione è diventata parte integrante di un territorio, ne racconta la storia e le tradizioni meglio di ogni altra rappresentazione. Vuoi conoscere un luogo? Assaggia il suo vino.

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1 commento su “L’alfabeto del vino: U come Uva”

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