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L’alfabeto del vino: Q come Qualità

Arrivati alla lettera Q l’argomento diventa veramente difficile. Per altre lettere, soprattutto quelle che non sono nell’alfabeto italiano, ci siamo rivolti e ci rivolgeremo a nozioni e informazioni su altri Paesi. Questo proprio perché un winelover deve conoscere tutto il mondo del vino anche per valutare nel modo migliore il patrimonio italiano. Ma la lettera Q è ostica anche oltre confine.  Abbiamo deciso, allora, di parlare di “qualità”. Rimanete, però, fino in fondo perché una piccola sorpresa (sempre sulla lettera Q vi aspetta).

Scrivere sulla qualità nell’universo vitivinicolo prevederebbe più di qualche riga in un articolo sull’alfabeto del vino. La qualità nel vino è e deve essere tutto. È attenzione alla produzione, metodi di lavorazione all’avanguardia, pur nel rispetto massimo della tradizione, nessuna sofisticazione e prodotti finali di qualità eccellente. Negli anni la ricerca di un prodotto qualitativamente migliore è stata la strada percorsa dalla stragrande maggioranza delle cantine soprattutto sul territorio nazionale.

bere vino

Dopo lo scandalo del metanolo negli anni ’80, che mise in discussione la reputazione di uno dei nostri biglietti da visita all’estero, il mondo vitivinicolo italiano ha reagito magnificamente portando le lavorazioni ad un grado di perfezione che non ha eguali. La normativa italiana è severissima, molto più che in altri Stati, ma è resa ancora più rigida dalla ferrea volontà dei singoli produttori che hanno fatto della qualità del loro prodotto l’emblema del loro lavoro. Basti pensare anche all’attenzione sempre maggiore a tipologie di produzione che vanno sempre più incontro alle necessità di rispetto della natura e del naturale. Il biologico, fuori dalle mode, certificato oppure no, è diventato il modus operandi della maggioranza delle aziende vinicole.

La qualità del vino nella degustazione

Detto ciò riportiamo l’attenzione sulla nostra “Q”. Oggi vediamo cosa si intende per “qualità” nell’analisi sensoriale del vino, in degustazione. Durante una degustazione, come ormai ben sappiamo, il nostro calice di vino viene sottoposto ad una attenta analisi (visiva, olfattiva e gustativa) secondo parametri predefiniti.  Il concetto di qualità lo troviamo all’interno dell’analisi olfattiva e serve per stabilire la qualità, appunto, del profumo del vino. In questo caso occorre analizzare in modo separato due aspetti importanti per la valutazione complessiva del vino: la franchezza e la finezza del profumo.

Portato il calice al naso, dopo averlo fatto leggermene roteare, proviamo a sentire la qualità secondo questi due parametri. La franchezza è il parametro qualitativo attraverso il quale si cerca di individuare la presenza o meno di odori estranei al vino. Questi sentori possono dipendere da problemi di conservazione, errori nel lungo processo di vinificazione, cattiva qualità delle uve usate. Posso derivare anche da problematicità con i tappi o acquisite durante il processo di invecchiamento. Affinato il nostro organo olfattivo alla ricerca di queste “puzzette” possiamo definire il nostro vino come: schietto (pulito e senza anomalie olfattive), sufficiente (non perfettamente pulito ma con qualche richiamo odoroso) o poco schietto (presenta note sgradevoli e/o difetti). 

sommelier qualità vino

Altra analisi qualitativa olfattiva riguarda la finezza. Questo parametro attiene all’eleganza, delicatezza, armonia complessiva dei profumi. È uno degli aspetti più difficili da analizzare oggettivamente durante la degustazione. Una buona sequenza di profumi che colpiscono il nostro naso e una perfetta armonia fra essi presi singolarmente e nel loro complesso denotano una grande eleganza. I descrittori della finezza sono: molto fine (vino di grande distinzione ed eleganza), fine (vino elegante), mediamente fine (vino con una eleganza sufficiente) e comune (vino semplice e ordinario). 

Q come Quor

Avevamo preannunciato un piccolo aneddoto riguardante la lettera Q: la parola “Quor”. Non vi allarmate, non è un errore di stampa, ma il nome di un ottimo vino italiano. Durante una breve intervista con una bella Cantina della Franciacorta è uscito fuori dal cassetto dei ricordi un aneddoto molto toccante. Una vecchia lettera scritta dal nonno, lontano per lavoro, alla propria moglie: “… Cara Gina sei sempre nel mio quor …”. Un amore bello testimoniato da queste poche righe da parte del nonno per la propria amata, diventano l’amore dei nipoti verso la propria famiglia. Un errore veniale, dovuto ai bisogni del momento, che ha in sé tutto l’amore tramandato da generazioni e arrivato integro ai nipoti che decidono, infatti, di dare il nome Quor alle poche e preziose bottiglie di una loro Riserva.

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La passione, la tradizione, il rispetto e l’innovazione si fondono armoniosamente come altrettanto armoniosamente tornano a noi in bouquet straordinari. E visitare una cantina permette di capire e apprezzare proprio questo: il loro Quor!

A proposito di difetti del vino, cosa significa quando un vino è “ridotto”? Scoprilo qui: “L’alfabeto del vino: R come Ridotto”.