La Toscana non la si può descrivere, la Toscana ce l’hai dentro. Di questa terra si possono dare nozioni storiche per capirne l’importanza o la si può raccontare con il cuore. Ma in qualsiasi maniera tu la voglia raccontare, dovrai comunque parlare del vino Chianti Classico.
Dove nascono i vini Chianti Classico

Partiamo dalla storia. Era il 1716 quando il Granduca di Toscana Cosimo III delineò i confini della zona di produzione del Chianti, area compresa tra le città di Firenze e Siena. Nel territorio chiamato “Chianti” si produceva il vino omonimo che già allora riscuoteva un gran successo.
Agli inizi del XX secolo la domanda era talmente aumentata che il territorio di produzione delineato da Cosimo III non bastava più a soddisfare una richiesta in continua crescita. Fu allora che si iniziò a produrre vino al di fuori della zona del Chianti delimitata nel 1716, chiamandolo ugualmente “Chianti”.
Così che nel 1924 i produttori fondarono il “Consorzio per la difesa del vino tipico del Chianti e della sua marca d’origine” per tutelarne la produzione e scelsero come simbolo il Gallo Nero (emblema dell’antica Lega Militare del Chianti) che lo stesso Vasari aveva riprodotto sul soffitto del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze nella sua “Allegoria del Chianti”. Nel 1932 venne aggiunto il suffisso “Classico” per individuare solo il Chianti prodotto nella zona di origine. Oggi l’area è talmente conosciuta che per essa è stato inventato un neologismo: Chiantishire.
Il cuore della Toscana: il Chianti Classico

La Toscana il Chianti ce l’ha nelle vene e il vino Chianti Classico, uno dei più celebri vini italiani, ne è il suo cuore pulsante. La Toscana è una terra vera, forse a tratti ruvida come lo sono le persone che vi sono nate. Vestiti di quella sana ironia che amorevolmente divide i campanili si ritrovano uniti nella loro veracità. Genuini come il loro cibo, spesso povero ma forte nei suoi contrasti: il pane volutamente “sciocco” per accompagnare salumi e formaggi saporiti, la forte passionalità legata all’amore per la “ciccia”, quella rossa con l’osso e al sangue.
E il vino… Il vino per un toscano non è una bevanda, è cibo. Non si può pasteggiare senza vino perché sarebbe come mangiare da soli e il vino deve essere “bono” perché se no “sciupa” il piatto.
Chiudi gli occhi e immagina dolci colline che si susseguono come onde del mare ricoperte ordinatamente di viti. Senti la brezza leggera che irriverente scompiglia i papaveri e diventa musica soave passando fra i filari. E le piccole borgate dove il tempo sembra essersi fermato per la troppa perfezione. E così tanta bellezza ha dato i natali a personaggi unici, perché stare nel “bello” aiuta e quel lembo di terra denominato “Chianti Classico” è di una bellezza disarmante.
I grandi personaggi della terra del Gallo Nero

A Greve in Chianti è nato Giovanni da Verrazzano, grande esploratore, che scoprì la baia di New York nel 1524. Niccolò Machiavelli, uno degli uomini più grandi del Rinascimento italiano, storico, scrittore, drammaturgo, politico e filosofo, quando venne esiliato da Firenze nel 1512 si rifugiò nella piccola frazione di San Casciano, Sant’Andrea in Percussina, e lì scrisse la sua opera più famosa: “Il Principe”. Ancora, nel comune di Castellina in Chianti si trova invece una suggestiva tenuta appartenuta alla famiglia Galilei e venduta proprio da Galileo Galilei nel 1778: il celebre scienziato soggiornò in questa terra.
E come non ricordare Dante, il sommo poeta che della Toscana è l’anima e chi non lo conosce non può capire questa regione. La tenuta degli Ormanni, fra Castellina in Chianti e Poggibonsi è citata da Dante nella Divina Commedia: “per che non dee parer mirabil cosa ciò ch’io dirò de li altri Fiorentini onde è la fama nel tempo nascosa vidi li Ughi e vidi i Catellini, Filippi, Greci, Ormanni e Alberichi già nel calare, illustri cittadini;” (Canto XVI del Paradiso).
E poi il genio indiscusso, il più grande di ogni tempo, si proprio lui Leonardo da Vinci, che venne proprio in Chianti ad eseguire una delle sue opere più celebri, la “Gioconda”. Studi storici sostengono che tra Castellina e S. Donato in Poggio abbia abitato “Monna Lisa”, la bella casalinga soggetto del ritratto.
La magia della Chianti classico

Quando si hanno questi antenati in famiglia e tanta bellezza negli occhi come si può non amare questa terra e il suo nettare più prezioso: il vino. Lo assapori con tutti i sensi: il suo colore forte e deciso che fiero si mostra a contrasto con il verde dei campi. Il suo profumo inconfondibile che racchiude in sé la complessità di un popolo schietto. La forte stretta di mani che curano sapientemente le viti da generazioni.
Il gorgoglio sommesso quando dalla bottiglia il vino raggiunge il calice sembra invitare all’assaggio, ma con rispetto e discrezione, perché lo si deve gustare sorso dopo sorso per comprenderlo. E infine ma non ultimo l’aroma caldo e pungente che si sprigiona in bocca e ti esplode dentro e, come una bella dama, conquista e invoglia ad una maggior confidenza. Il vino Chianti Classico non è soltanto vino, ma è l’anello di congiunzione fra un passato illustre ed un futuro che tanto ancora ha da donare.
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