La Valtenesi si trova in provincia di Brescia ed è composta dall’unione dei Comuni della Valtenesi che si affacciano sulla sponda occidentale del Lago di Garda. Paesini adagiati sulle colline moreniche che beneficiano del clima mite del lago; la bellezza della zona ha dato una notevole spinta al turismo. Ma i turisti non sono attratti soltanto dal lago. Questa è una zona di produzione di olio e, soprattutto, di vino.
La Valtenesi, il giardino dell’Eden

“Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?”. È così che cantava Goethe nel XVIII secolo quando giunse sulle sponde del Lago di Garda durante il suo Grand Tour europeo. Egli come molti altri viaggiatori nordici rimase infatti estremamente affascinato da questo lembo di terra che, sebbene si posizioni geograficamente all’estremo nord della penisola italiana, presenta un clima e dei passaggi dai tipici tratti mediterranei.
Una sorta di Eden di dolci colline moreniche che degradano verso il lago, in cui è stupefacente constatare come crescano facilmente prodotti che di solito si trovano a ben altre latitudini, quali fiori di cappero, limoni, vari generi di frutti e altre delizie di questo genere. Tra questi la vite ha sempre rivestito un ruolo centrale nella produzione agroalimentare dell’intera zona.
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Il territorio e il clima della Valtenesi
La Valtenesi si trova sulla sponda bresciana del lago, caratterizzata da un suolo di origine morenica con uno scheletro dei terreni dalla fine tessitura. Essa conferisce ai vini che vi si producono delle caratteristiche di rara eleganza e ricercatezza, quali finezza degli aromi e armonia generale, nonché una gradevole acidità. Questo anche grazie ad un clima temperato, mai troppo freddo in inverno né caldo in estate, con il giusto tasso di umidità. Tali peculiarità consentono alle uve di maturare in maniera graduale e ottimale.
I vitigni e i vini della Valtenesi

Il vitigno-emblema della Valtenesi è senza dubbio il Groppello, un antico vitigno autoctono dal nome originale che deriva dalla forma del grappolo. Esso si presenta molto compatto e serrato e infatti il nome deriva dal termine “grop”, che in dialetto bresciano significa nodo.
Il Groppello viene coltivato in tre varianti: Groppello Gentile, Groppello Moccassina e Groppello Santo Stefano. Dalla sua vinificazione vengono prodotti fondamentalmente due tipologie di vini: un rosso che può essere anche rosso riserva ed un rosato, il Chiaretto.
Il Groppello
Il Groppello Rosso deve derivare da uve Groppello per almeno l’85%. Viene messo in commercio a partire dal primo di settembre dell’anno successivo alla vendemmia. Per la versione riserva sono necessari invece dai 2 ai 4 anni di affinamento.
Si presenta di colore rosso rubino acceso non troppo intenso. I suoi profumi molto fini e bilanciati rimandano subito ai fiori e ai frutti rossi con un gradevole tocco di spezie. All’assaggio si ritrovano le sensazioni descritte unite a una tannicità lieve e a una gradevole acidità. Questi elementi ne fanno un ottimo vino rosso di corpo medio o medio-leggero, molto elegante e dalla buona bevibilità. Gli abbinamenti consigliati sono soprattutto quelli territoriali, in primis lo spiedo bresciano con polenta, ma anche salumi e formaggi stagionati.
La versione riserva si presenta più intensa sia nel colore, che con il tempo può presentare riflessi aranciati, sia nei profumi dove prevalgono le spezie dolci. Anche la struttura si fa più consistente e corposa ma al contempo conserva l’originaria acidità.
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Il Chiaretto

Per quanto riguarda il rosato Chiaretto, esso è composto da uve Groppello per il 50% e da Sangiovese, Marzemino e Barbera in percentuali variabili. Viene prodotto secondo il metodo Molmenti, che consiste nel lasciare le uve a contatto con le bucce per un lasso di tempo. Questo varia a seconda della tonalità di colore che si vuole ottenere.
Successivamente si esegue la svinatura e si prosegue con la normale vinificazione, che si svolge sempre a temperatura controllata per ottenere il giusto equilibrio tra le varie componenti degustative. Queste rimandano a fresche note floreali e di frutti di bosco sostenute da un’acidità giusta che dà slancio e invoglia la beva.
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Il Chiaretto Valtenesi è commercializzabile dal 14 febbraio successivo alla vendemmia. Si consiglia di consumarlo nell’arco del suo primo anno ma nulla vieta di attendere il secondo. Anzi sarà molto interessante constatare come le percezioni sopraddette assumano una maggiore consistenza e pienezza ma al contempo conservino l’acidità originaria, creando un insieme molto accattivante.
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Il rilancio della regione vinicola grazie all’enoturismo

Negli ultimi anni si è assistito ad una rivalutazione dei vecchi vitigni rari e autoctoni, come lo è il Groppello. Ma anche i vini rosati, tra cui il Chiaretto, si stanno distinguendo negli ultimi anni per l’applicazione di moderne tecnologie di vinificazione e per la qualità del prodotto finale. Il Chiaretto della Valtenesi non ha nulla da invidiare ai ben più noti e blasonati rosati provenzali.
La Valtenesi è in ascesa e il consorzio si impegna per migliorare la sua posizione nel panorama enologico italiano. Senza però mai perdere di vista l’antico legame di questi vini con il territorio e le tradizioni, anzi valorizzando questi suoi punti di forza.
Non dimentichiamo che già Goethe aveva saputo apprezzare i vini del Garda e questo microcosmo dalle caratteristiche uniche nel suo genere. Lasciamoci affascinare anche noi da questi paesaggi. Permettiamo alla Valtenesi di conquistarci con le sue bellezze e i suoi sapori, e naturalmente con i suoi pregiati vini.