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L’alfabeto del vino: G come… Prosecco!?

Non ci vuole un membro dell’Accademia della Crusca per porsi la legittima domanda: “Ma cosa c’entra la lettera G con il Prosecco?”. E, invece, mai come in questo caso la lettera G c’entra eccome. Anzi la fa da padrona. Infatti i milioni di litri di questo vino che simpaticamente accompagnano le nostre tavole e i banconi di tutti i bar e ristoranti nel mondo provengono da un vitigno: Glera. Allora impariamo qualche piccola nozione in più su questo vitigno da sfoggiare al prossimo aperitivo per incantare i nostri amici. 

L’origine del Prosecco

L’origine di questo vitigno a bacca bianca non è certa ma comunque molto antica in quanto la si fa risalire all’epoca romana. Storicamente è diffuso in tutto il Veneto ma presente anche in Friuli Venezia Giulia e in alcune zone della Lombardia. Alcuni studi lo riconducono alla zona di Prosecco, un comune in provincia di Trieste e da qui, con il nome Glera, l’espansione fino ai Colli Euganei.

uva glera

Una seconda ipotesi, invece, lo vede partito dai Colli Euganei (con il nome di Serprino) e diffuso gradualmente verso la Slovenia. Comunque sia, il Glera predilige i terreni collinari non troppo asciutti e senza troppe gelate notturne nei periodi primaverili (visto la germogliazione precoce). Infatti è un vitigno con scarsa resistenza alle brinate e alla siccità estiva.

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Glera è un’uva perfetta per la spumantizzazione usata come base del Prosecco DOC, dell’Asolo DOCG e del Conegliano-Valdobbiadene Prosecco DOCG. La produzione è da capogiro: circa 18.300 ettari vitati. Da disciplinare del Prosecco l’uva Glera costituisce almeno l’85% fra quelle utilizzate associata poi al Verdiso, Perera, Bianchetta, Pinot e Chardonnay. Fino al 2009 questa uva era comunemente chiamata “Prosecco”.

L’istituzione della DOCG

Nasce, con l’istituzione della DOCG Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene e della DOCG Asolo, la necessità di una particolare tutela; viene adottato in via ufficiale il nome “Glera” per non confondere fra loro vino e vitigno. In questo modo si impedisce che venga definito Prosecco il vino prodotto genericamente con questa uva ma con produzioni scadenti che niente hanno a che vedere con le nostre DOC e DOCG.

prosecco conegliano valdobbiadene

Quindi, riassumendo, si può definire “Prosecco” DOC o DOCG soltanto quel vino prodotto in alcune e ben specifiche zone del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, da vitigni prevalentemente Glera e con metodo Charmat. Il risultato è un vino fresco e aromatico subito pronto da bere. Le caratteristiche organolettiche si differenziano a seconda del terroir. Nell’area di Valdobbiadene prevalgono le note floreali e fruttate. Al contrario nell’area a sud di Vittorio Veneto prevale il sentore di agrumato e di mela verde. Le note floreali e di frutta fresca sono invece tipiche delle zone di pianura con terreni sassosi.  

Curiosità

Il 19 novembre 2019 le Poste Italiane hanno emesso un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica le “Eccellenze del sistema produttivo ed economico”. È stato dedicato al Prosecco, nel 10° anniversario del riconoscimento DOC. Nel 2017 sono state prodotte più di 91 milioni di bottiglie di Prosecco di cui circa il 40 è stato esportato.

vino prosecco

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