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Pinot Noir: alla scoperta dell’ enfant terrible.

Il Pinot Noir non è soltanto un vitigno. È uno stile, un modo di essere. È sinonimo di classe e ricercatezza, è dotato di forte personalità. Tanto da essere considerato un vero e proprio “enfant terrible” tra chi di vino se ne intende.

Oggi scopriamo le sue caratteristiche, la sua storia e dove viene coltivato. E perché è molto più di un pigmento che colora i rosé della Franciacorta.

Pinot Nero: una “brutta bestia”

In Franciacorta vengono coltivati fondamentalmente tre vitigni: Chardonnay (80 per cento), Pinot Bianco (5 per cento) e Pinot Noir (15 per cento).

Quest’ultimo purtroppo spesso passa in secondo piano in favore dello Chardonnay, un vitigno più facile sia da coltivare sia da riuscire a comprendere e di conseguenza apprezzare, grazie al suo bouquet olfattivo di fiori e frutti che incontra i gusti della maggioranza degli appassionati.

pinot nero noir vitigno
Vitigno Pinot Noir.

Le caratteristiche del Pinot Noir fanno si che la platea degli enofili si divida fondamentalmente in due categorie:

– Gli estimatori, che probabilmente hanno avuto modo di degustare bottiglie eccellenti

– I detrattori che i quali saranno evidentemente stati un po’ più sfortunati e si saranno imbattuti in vini senza capo né coda.

In effetti molti ritengono che il Pinot Noir sia “brutta bestia”, per usare un espressione un po’ colorita. Questo perché richiede molta cura, esperienza e abilità sia nella coltivazione sia nella vinificazione.

È un vitigno, per così dire, umorale. Se non viene trattato con le dovute attenzioni si “vendica”, producendo risultati non all’altezza o comunque assumendo delle qualità organolettiche nettamente sbilanciate, da cui si traggono solo vinelli senza rilevanza alcuna.

Pinot Nero: caratteristiche

È importante conoscere meglio le caratteristiche del Pinot Noir per imparare a riconoscerne il valore, per poi iniziare ad amarlo e prediligerlo e magari a riconoscersi un po’ in lui.

Il Pinot Nero, o Pinot Noir, è un vitigno autoctono della Borgogna e fa parte della gran famiglia dei vini Pinot insieme a Pinot Bianco, Pinot Grigio e Pinot Meunier. A loro volta, i Pinot sono suddivisi in tante sottospecie a seconda delle zone in cui vengono coltivate, che più o meno sono disclocate in tutto il mondo.

pinot nero vigneto
Vigneto di Pinot Nero.

Il nome Pinot deriva dal francese “pigna” che si ispira alla conformazione dei grappoli che ne ricordano le fattezze, presentandosi come una massa molto serrata di acini posizionati strettissimi tra loro.

La caratteristica fondamentale di questi acini è la loro dimensione piuttosto piccola e la buccia sottile e fragile di colore non troppo intenso. Questo si traduce in scarso potere colorante perché gli acini sono poveri di tannini, ma in compenso sono dotati di elevata acidità.

Tutte queste peculiarità ne fanno un vitigno adattissimo alla spumantizzazione. Spesso però si rivela molto difficile da gestire: con il caldo, il Pinot Noir tende a maturare di colpo in pochi giorni, il che provoca la perdita di tutte quelle preziose qualità elencate sopra.

Come se non bastasse, la sua buccia super sottile e fragile lo rende parecchio vulnerabile agli attacchi dei parassiti. Ne risentono soprattutto quelle aziende che coltivano in biologico o biodinamico, oppure secondo i dettami di disciplinari molto restrittivi in materia di trattamenti come nel caso del Franciacorta.

La coltivazione del Pinot Noir

pinot nero grappoli
Grappoli di Pinot Nero.

Perché la sua identità si sviluppi e venga conservata in maniera ottimale debbono quindi sussistere una serie di presupposti inderogabili i quali si possono sintetizzare in tre punti fondamentali:

  • Natura del suolo. Per il Pinot Noir, l’ideale è quello calcareo perché ne alimenta la mineralità ed ha un’ottima capacità drenante. È in grado di evitare ristagni d’acqua che possono portare umidità e quindi favorire lo sviluppo di parassiti indesiderati;
  • Posizione del vigneto. Il luogo ottimale è in zone ventilate ed in pendenza in modo tale che si venga a creare un clima fresco e asciutto. In questo modo si elimina l’umidità notturna e la maturazione graduale dei grappoli avviene nel giusto periodo di tempo;
  • Estrema attenzione e cura nella conduzione delle operazioni di vigna. In particolare la potatura ed il diradamento dei grappoli, per concentrare meglio le sostanze nutritive. Ma anche la tempestività e la meticolosità nell’effettuare gli eventuali trattamenti necessari.

Tutto ciò agevola la maturazione lenta e graduale delle uve che così mantengono il loro colore tenue e la loro acidità senza sviluppare toni troppo sbilanciati.

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Il Pinot Noir in cantina

Le cure che devono essere dedicate al Pinot Noir non si riducono alla vigna, ma continuano anche in cantina. Poniamo il caso di riuscire a portare a casa delle uve eccellenti: una vinificazione affrontata troppo alla leggera potrebbe vanificare gli sforzi di un’intera annata.

Nel dettaglio, si dovranno particolarmente curare:

  • La pressatura, la quale deve essere sempre soffice o comunque graduale. Questo perché gli acini sono molto piccoli e fragili e una pressione eccessiva andrebbe a creare troppo attrito con i vinaccioli ed i raspi, conferendo un amaro indesiderato;
  • L’affinamento, da condurre avendo cura di mantenere la temperatura sempre bassa. Così si evitano fermentazioni brusche e troppo rapide oppure eccessive: ciò porterebbe alla perdita di freschezza e acidità.

    Qualora il mosto venisse affinato in barrique, esiste il rischio concreto di perdere le suddette caratteristiche conferendo eccessivi aromi di legno e tostatura e di cedere troppi tannini creando un vino di struttura pesante e poco immediata. È bene quindi non protrarre troppo il passaggio in barrique e comunque usare sempre legni adatti, meglio se già usati e un po’ vecchi.
  • L’elaborazione di cuvée bilanciate, per creare le giuste combinazioni con altri vini al fine di ottenere l’equilibrio ottimale. Al momento sono diffuse anche le lavorazioni in purezza, sia in bianco sia in rosato, e soprattutto in questi casi è importante che le uve di partenza siano pressoché perfette.

Degustando un vino Pinot Noir

calice vino pinot nero
Calice di vino Pinot Nero.

Il Pinot Nero può essere impiegato sia per vini fermi sia per spumanti. Si distinguerà per i suoi aromi tenui e delicati ma allo stesso tempo ben definiti, soprattutto di piccoli frutti rossi.

Con uve un po’ più mature si potrebbero rilevare anche Rosé, viole e ciliegie mentre dopo un lunghissimo affinamento si troveranno anche cuoio, funghi e pelle. In ogni caso, sarà caratterizzato da mineralità e acidità.

Ora che abbiamo avuto il piacere di approfondire la conoscenza del nostro caro Pinot Noir, possiamo capire perché è ritenuto un enfant terrible. Ma come tutte le persone complesse, va capito prima di poterlo giudicare. Scopri quali cantine della Franciacorta utilizzano il Pinot Nero e

Assaggialo alla cantina Elisabetta Abrami Franciacorta

Non vedi l’ora di degustare un eccellente vino Franciacorta realizzato con uve Pinot Nero? La cantina Elisabetta Abrami ha dedicato buona parte della sua produzione a questo straordinario vitigno, coltivato biologicamente nei vigneti della cantina a Provaglio d’Iseo.

Elisabetta e il figlio Giuseppe hanno studiato tre tipologie di visita, adatte a tutti i palati, per avvicinare i visitatori ai vini Franciacorta a base di Pinon Noir.

La prima visita, “La Scoperta”, mette in evidenza lo sviluppo e l’evoluzione del Pinot Nero nei vini Franciacorta più tradizionali; nella visita “Il Volo” invece ci si sofferma sulla differenza tra un Franciacorta tradizionale e un Millesimato.

Nella terza visita, “Il Viaggio”, si va a comprendere la differenza di espressione tra due Millesimati. Scegli la tipologia di visita in cantina con degustazione che preferisci e parti alla scoperta del Pinot Nero!