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Il Paradiso di Frassina

quando la passione diventa Arte

il paradiso di frassina

Mi viene chiesto di contattare una cantina per raccogliere la storia di un produttore di vino nel cuore di Montalcino, il “Paradiso di Frassina”. Le indicazioni, oltre al nome della cantina, sono: un avvocato milanese, che produce Brunello di Montalcino, che collabora con alcune Università toscane nella ricerca degli influssi benefici della musica di Mozart in vigna e che ha composto un’opera teatrale musicata dal grande Luis Bacalov.

Colpita da questa istrionica figura cerco di documentarmi sui vari temi che avevano catturato la mia attenzione, faccio qualche ricerca per saperne di più sulla cantina, il vino prodotto, su questo amore per l’arte in ogni sua declinazione e poi chiamo. 

Di solito le mie chiacchierate si svolgono direttamente in cantina fra una visita ed un assaggio, ma gli impegni non lo rendono possibile e decido di telefonare a Federico, l’enologo, per rivolgergli alcune domande. Federico riesce immediatamente ad aprirmi le porte del Paradiso di Frassina e più la conversazione va avanti e più mi sento trasportata in quel mondo, come se potessi veramente camminare nella vigna, sentirne i profumi e perchè no anche le note di Mozart in sottofondo. 

“Chi è Giancarlo Cignozzi?”

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Giancarlo Cignozzi è il proprietario della Cantina “Il Paradiso di Frassina”. E’ una avvocato milanese, un uomo di grande ingegno e con idee innovative. Arriva sempre anni prima degli altri grazie alle sue intuizioni. Investe negli anni ‘70 in un’azienda vinicola a Montalcino insieme ad altri due imprenditori. Grazie alle capacità imprenditoriali il progetto va benissimo ma Giancarlo non si accontenta. Inizia a fare ricerche sull’influenza delle onde sonore nella crescita delle piante (anni ‘80/’90) e soprattutto sulla vite. Scrive sull’argomento anche un libro riprendendo gli studi che in Giappone, Corea e Cina già venivano condotti in importanti Università.

“Quindi nasce in quegli anni il Paradiso di Frassina?”

No. Il Dott. Cignozzi non voleva soltanto una grande azienda che producesse ottimo vino, voleva capire e sperimentare nuove strade ma forse non era ancora il momento per i suoi soci. Vende la proprietà ad Elisabetta Gnudi Angelini e torna a Milano.  

“Cosa lo spinge a tornare visto che è il proprietario del Paradiso di Frassina?”

Ofelio. Si dobbiamo tutto questo a Ofelio. Il signore con questo importante nome altro non era che l’uomo “tuttofare” di Giancarlo nella sua precedente cantina. Un giorno si imbatte in una proprietà agricola ormai diroccata e in vendita che si affaccia su un bellissimo anfiteatro naturale. Un luogo piccolo, raccolto, ma perfetto per Giancarlo. Lo chiama e gli dice … devi tornare a Montalcino ho trovato il posto perfetto per te, per la tua musica nel vigneto …. Dopo qualche tentennamento l’avvocato scende e si innamora di quel luogo chiamato appunto Il Paradiso di Frassina.

“Il nome prometteva bene!”

Paradiso era il nome che veniva dato (associato alla località) a quei posti particolarmente belli e con una bella vista. Non era una cantina, era un vecchio podere abbandonato. Il sogno dell’avvocato Cignozzi era proprio lì davanti a lui in quello stupendo anfiteatro nel cuore toscano. Siamo alla fine degli anni ‘90 e dopo lunghi lavori nasce questa attività vitivinicola.

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“Da ciò che ho capito non si tratta solo di sperimentazione ma ci sono studi dietro questo progetto”

Certo, non è un’idea visionaria ma una continua ricerca. Ormai, a inizio nuovo millennio, l’azienda è attiva e in vigna viene diffusa la musica. E’ in quel periodo che Cignozzi si avvicina al Prof. Mancuso dell’Università di Firenze. Il Prof. Mancuso conduce ricerche sull’intelligenza delle piante e questo lo porta a tanta notorietà sia in Italia che all’estero.  Ci viene a trovare e rimane impressionato perché qui trova catapultato il suo laboratorio di ricerca nel mondo reale. 

“In modo semplice cosa c’è alla base di queste ricerche?”

Vengono studiati gli effetti che hanno le onde sonore sulla pianta. Tutto ciò che è formato d’acqua viene sollecitato dalle vibrazioni prodotte dalle onde sonore. Questo ovviamente lo ritroviamo quotidianamente in tanti elementi. Nel 2005 iniziano gli studi di Neurobiologia Vegetale condotti sia in laboratorio che in vigna. E le differenze si vedono sia in ambiente protetto che in natura.

“Cosa viene riscontrato?”

In laboratorio, ad esempio, i viticci si avvolgono tutti in uno stesso verso e l’apparato radicale si dirige verso la fonte sonora. In vigna le piante sono più floride e meno attaccate dalle malattie. I 2005/2006 sono gli anni delle televisioni in vigna. Siamo letteralmente invasi sia dai giornalisti che dai turisti.

“Facciamo un passo indietro. Ma te Federico come sei capitato al Paradiso di Frassina?”

Mi ero appena laureato e come tutti i neodottori lavoravo e cercavo la prospettiva migliore per il mio futuro. Tradotto: mandavo curriculum a tutto il mondo. Un giorno ricevo una telefonata: “Salve sono il proprietario di una cantina a Montalcino e sarei interessato ad averla con me” …. Una cantina a Montalcino?? Era un SÌ grosso come una casa. “Sto seguendo un progetto e vorrei che se ne occupasse in ogni sua parte” … Un altro SÌ immediato (tutti i miei studi messi al servizio di una cantina nel cuore di quella perla rara del patrimonio vitivinicolo mondiale). “Il mio vino viene prodotto con la musica di Mozart dalla vigna all’affinamento” …. Un attimo di puro panico, forse la sensazione di esser preso in giro … ma cosa avevo da perdere. Accetto ed eccomi qua.  

“E Bose quando arriva?”

Arriva una sera a fine giornata di visite in cantina. Siamo nel piazzale della Tenuta io e Giancarlo quando una Limousine Nera che non finiva più si ferma davanti a noi. Ci guardiamo increduli pensando di aver dimenticato l’ultima visita ma nessuno dei due sa chi siano quei signori inglesi (americani) in giacca e cravatta che scendono dalla macchina. Una Limousine per le strade acciottolate di Montalcino, da non credere. Si presentano come dirigenti mandati dalla Bose e lasciano una lettera scritta di proprio pugno dal proprietario dell’azienda. Il Sig. Amar Bose aveva conosciuto la nostra realtà grazie ad un servizio andato in onda a Good Mornig America sulla Abc e ne era rimasto affascinato. La lettera diceva “se la musica fa bene alle viti di Montalcino non può che non essere riprodotta dalle casse Bose”. E stato così che questa fantastica azienda da quel momento ha finanziato non soltanto tutti i lavori in vigna e cantina per un progetto integrato di filodiffusione di altissimo livello ma anche tutti gli studi di ricerca sull’argomento. 

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“Un bel salto di qualità!”

Nuova linfa e sicuramente notorietà a livello mediatico mondiale. Certo avere una cantina nel cuore di Montalcino e produrre Brunello ha sicuramente aiutato ma la perseveranza e caparbietà del proprietario hanno fatto il resto. 

“Quali sono i risultati ad oggi?”

Dalle collaborazioni con l’Università di Firenze e anche di Pisa e dalla sperimentazione direttamente in vigna abbiamo visto che le piante crescono più rigogliose e meno attaccate dalle malattie. Soprattutto gli studi sulle interferenze delle onde sonore sulla riproduzione di insetti pericolosi per la vite. Iinfatti alcuni insetti usano per la riproduzione richiami sonori che sembrano disturbati dalle onde sonore. Quello che abbiamo verificato in vigna è che sui filari vicino alle casse ci sono molti meno insetti. Adesso collaboriamo anche con un Centro Sperimentale di Arezzo per quanto riguarda la peronospora e l’oidio. 

“Quindi non si tratta di produrre di più ma meglio.”

Il fatto che le viti risultino più sane non riguarda la produzione maggiore. Oltretutto la produzione da disciplinare è comunque contingentata. Se la vite è sana e più resistente viene attaccata meno dalle malattie e questa è la molla che spinge tutta la ricerca. Coltivare in modo più sano vuole dire avere meno bisogno di sostanze esterne, vuole dire proteggersi in modo sano e di conseguenza avere vino più sano. Se le onde sonore fanno vibrare le particelle di acqua sulle foglie e questo ostacola la nascita di funghi non avremo bisogno di correttivi esterni come rame o zolfo salvo un po ‘ di musica. Stiamo cercando soluzioni avvalorate dalla scienza che possano guidare a nuove frontiere future. 

“Dove sono le vostre vigne?”

Abbiamo 4 ha a Montalcino per la produzione di Rosso e Brunello di Montalcino (anche Riserva) e 6 ha in Alta Maremma sul versante che guarda il Monte Amiata con cui produciamo “Le 12 Uve”.  

“Un altro esperimento con la musica?”

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Esperimento si ma senza musica in vigna purtroppo. L’ubicazione del terreno non lo permetteva e allora Cignozzi, sempre partendo dal concetto musicale delle note, ha voluto creare un vino fatto di 12 uve diverse. Come mi spiegò un giorno … “Caro Federico le note non sono 7 ma 12 con toni e semitoni ed io voglio fare un blend di 12 uve diverse. 6 vitigni autoctoni e 6 internazionali uniti insieme. Dodici vendemmie ognuna al suo tempo, 12 lavorazioni per determinare un unico blend. Unico esperimento del genere in Italia e raro nel mondo (se non si considera il famosissimo “Chateauneuf du Pape” dei cugini d’Oltralpe). 

“A parte l’amore per la musica, perché proprio 6 vitigni autoctoni e 6 internazionali?”

Il pensiero di fondo si lega al concetto di supremazia dei vitigni internazionali rispetto a quelli autoctoni. Andare a sradicare questa convinzione della superiorità di questi vitigni a scapito delle nostre uve e dimostrare che possono convivere benissimo insieme. Il vino diventa una fantastica scala musicale di 12 uve diverse che ritroviamo in progressione nel bicchiere. Vendemmie differenti da metà Agosto a metà Settembre (Syrah/Alicante/Ancellotta maturano prima mentre il Cabernet Sauvignon è l’ultimo), fermentazioni separate e affinamento separato. Dopo 2 anni prende vita il blend che porterà sempre ad un vino diverso dal punto di vista organolettico. Alla fine avremo una progressione anche durante il pasto. Prima si apriranno alcune note e poi altre per accompagnarci durante tutta la cena con un vino che saprà sorprenderci ad ogni assaggio. 

“Come nasce Barbatelle?”

“Barbatelle” è un Opera Buffa ideata da Giancarlo Cignozzi con libretto musicato addirittura da Luis Bacalov. E’ andata in scena al Teatro  Verdi di Milano. E’ stata definita un Di Vino Commedia: i protagonisti sono le uve stesse. I vitigni diventano personaggi in perenne conflitto fra loro salvo unirsi attraverso una congiura per eliminare il Duca di Cabernet Sauvignon despota assoluto del suo grande impero bordolese.  Un’opera che fa sorridere ma anche riflettere sull’importanza dell’identità nazionale e sulla difesa delle biodiversità

“Per finire perché proprio Mozart?”

All’inizio abbiamo usato anche altri compositori importanti poi l’attenzione è finita su Mozart. Cignozzi si è concentrato su Mozart in quanto sembra che nelle sue composizioni venissero sfruttate le frequenze di Fibonacci. Fibonacci era un matematico e botanico pisano del Medioevo. Aveva scoperto la presenza di sequenze numeriche in natura che potevano rappresentare strutture naturali. Mozart sembra aver impiegato tali sequenze per creare nella propria musica onde sonore eleganti, geometriche e armoniche.

Non rimane che fare un salto al “Paradiso di Frassina”, ascoltare Mozart fra le vigne e accompagnati da Federico, assaggiare il frutto di tutto il loro lavoro e perchè no? Magari rimanere a dormire a Montalcino. 

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