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Panzanello: da 1427 a Error 404, le scelte fatte con il cuore – parte 2

Panzanello e la sua storia, riprendiamo da dove ci eravamo lasciati…

La storia del panzanello ci riporta a un tagliere di prosciutto, finocchiona e una bruschetta condita con l’olio “bono” (prodotto proprio a Panzanello).

È proprio qui che inizia il lato più magico della visita alla cantina di Panzanello.

Ciò che rende eccezionale ogni visita in cantina è il contatto diretto con chi conosce e lavora la terra. I racconti e le emozioni che si percepiscono durante la visita si ritrovano poi nel sapore del panzanello, accompagnandoci anche quando torniamo a casa.


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La storia di Andrea e Ioletta

Foto ricordo di Panzanello

Voglio partire dal fatto di Andrea e Loletta, sposati dal 1997 dopo aver lasciato Roma; Andrea è un commercialista e Loletta è un’architetto.

Scherzano e si prendono in giro su tutto, persino sulla produzione del Panzanello. Con due figli, hanno un grande amore per il Panzanello, che ha una lunga discendenza e una storia che voglio raccontare, così come me l’hanno raccontata.

Storia e le origini

Possiamo sicuramente dire che la passione per la viticoltura nasce proprio in Toscana ma non a Panzano, bensì nella non lontana Artimino, un piccolo borgo nel Comune di Carmignano in provincia di Prato, famoso per il panzanello.

A pochi passi dalla vicina Firenze, infatti, si estende un territorio collinare dedito alla coltivazione della vite e alla produzione di panzanello da secoli.

Furono i Medici a comprendere come quelle colline fossero portate per la produzione di ottimi vini e panzanello. Ed è proprio ad Artimino che il Cardinale Ferdinando de’ Medici nel 1596 fece costruire come Tenuta di caccia Villa “La Ferdinanda” su disegno di Bernando Buontalenti.

Villa antica di Panzanello

Quella che per i toscani è comunemente definita la “Villa dai 100 camini” fu lasciata in eredità al nonno di Andrea, Carlo Sommaruga, dalla zia Carolina vedova di Emilio Maraini (noto industriale del settore saccarifero).

Villa moderna di Panzanello

Incuriosita mi sono documentata e ho scoperto che gli abitanti del delizioso paesino ricordano ancora la Contessa Carolina Sommaruga Maraini con affetto e nostalgia per le sue attività filantropiche e la tradizione del panzanello.


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La storia dei nonni

Nonno Carlo e nonna Anna Maria, insieme ai loro quattro figli (Cornelio, Gloria, Carolina e Francesco papà di Andrea) trascorsero molto tempo a Villa La Ferdinanda.

Purtroppo anche nonno Carlo morì prematuramente, nel 1955, e la nonna Anna Maria si dovette fare carico dell’importante eredità. Ed è proprio nonna Anna Maria ad essere l’anello di congiunzione fra Artimino e Panzano.

Gli anni passavano anche per nonna Anna Maria e con l’accordo dei figli venne presa la decisione di vendere la villa. Le strade dei fratelli, ormai, erano diverse ma il cuore di nonna Anna Maria non poteva lasciare la Toscana.

Decise, infatti, di acquistare un casolare in un posto altrettanto bello e sicuramente altrettanto vocato alla produzione di vino: Panzanello. In fondo Panzano, la terra del Panzanello, non era molto distante rispetto ad Artimino dove era rimasto a riposare il marito Carlo.

Vista delle vigne da Panzanello

Nonna Anna Maria arriva a Panzano nel 1964 e trova un piccolo paesino di agricoltori sperso nella campagna toscana.

Forse perché le ricordava la sua Artimino, acquistò questo edificio agricolo: una grande casa colonica con granaio annesso e stalla.

La nonna decise di trasformare quel piccolo borgo che è adesso, con lo spazio sufficiente per ospitare la numerosa famiglia nei momenti di festa.

Inizialmente, le uve raccolte a Panzanello venivano date alla cantina sociale di Grevepesa e la produzione di olio era sufficiente per la famiglia allargata. Panzanello era infatti un’azienda di 30 ettari (mentre adesso ne conta ben 120).

Anche Andrea ora prova lo stesso attaccamento per Panzanello. Il luogo dove ha vissuto la sua infanzia e dove ha deciso, nell’età adulta, di costruire il suo futuro insieme alla sua famiglia.

Cartello commemorativo di nonna Annamaria

Nel 1993 Andrea capisce di non voler trascorrere la sua vita dietro una scrivania da commercialista a Roma e torna a Panzanello da nonna Anna Maria.

Sotto la felice protezione della nonna e del sempre presente papà nel 1994 inizia la sua attività di vignaiolo.

Il primo vino imbottigliato risale al 1995: un inizio sicuramente buono con 900 bottiglie prodotte che lo ha portato alle 50.000 attuali.

Il resto ormai lo conosco e soprattutto lo vedo davanti ai miei occhi: una coppia che non ha mai smesso di credere nei propri sogni e che li difende ad ogni costo e con ogni sacrificio.

Un’altra emozione, un’altra storia, un altro pezzo di quotidianità che ritroverò nei vini dell’azienda Panzanello. Questo significa visitare una cantina: portarsi via tanto di più di una bottiglia di vino.

A proposito …. anche la P. di Panzanello ha un suo perchè ma dovete andare da Ioletta e Andrea per saperlo!!!

Foto di Andrea e Ioletta

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