Nel mese di ricorrenza del quinto centenario della morte di Leonardo da Vinci, vogliamo raccontarvi una storia poco conosciuta, ma meravigliosa. È la storia della Vigna di Leonardo, un piccolo appezzamento di terreno tanto caro a Leonardo situato nel centro di Milano. Oggi la vigna ha ritrovato il suo splendore originale ed è aperta ai visitatori.

Un regalo di Ludovico il Moro
Ai tempi della corte della Milano sforzesca, capace di attirare, con le sue sfarzosità, intellettuali, artisti e uomini di cultura, Leonardo bussava alla porta di Ludovico il Moro per offrirgli i propri servigi. Era il 1482 e Leonardo rimase alla corte del duca di Milano per quasi vent’anni. Lì sfoggiava le sue doti di musico, architetto, ingegnere militare, scenografo e pittore.
La ricompensa per aver prestato servizio presso Ludovico il Moro giunse nel 1499; il duca gli donò una vigna posta fuori da Porta Vercellina, dove risiedeva Leonardo, alla Casa degli Atellani. Si trattava di una piccola porzione ritagliata dalla vigna grande di San Vittore per circa un ettaro, con sedici pertiche milanesi. Secondo il volere di Ludovico il Moro, Leonardo divenne proprietario della vigna e della casa.
Ogni mattina Leonardo si recava a piedi alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, nel cui refettorio il maestro stava dipinto l’Ultima Cena. E ogni sera, rientrando a casa, icontrollava lo stato di salute della sua adorata vigna.

Confiscata dai francesi
Purtroppo poté godersela per pochi mesi. Nel 1500 i francesi destituirono lo Sforza e Leonardo, ripartito per Firenze, dovette affittare la vigna al padre del suo miglior servitore: Gian Giacomo Caprotti detto il Salaì (il Saladino). Ma i francesi revocarono tutte le donazioni dei beni sforzeschi, tra cui la vigna di Leonardo, che fu dunque ceduta ad un funzionario creditore del Moro.
Leonardo non accettava la confisca della sua adorata vigna, così nel 1507 se ne lamentò con il luogotenente del re di Francia, Charles d’Amboise, che da Firenze lo stava richiamando a Milano. Leonardo chiese dunque la restituzione della sua vigna al re di Francia, che decise di restituirgliela.
Il genio fiorentino conservò la sua vigna fino alla morte. Nel suo testamento, infatti, si legge che la vigna doveva essere divisa in parti uguali tra il fedele servitore di sempre, il Salaì, e il servitore che lo accompagnò in Francia, Giovanni Battista Villani.

La Vigna di Leonardo ai giorni nostri
E dopo la morte di Leonardo e dei suoi servitori? Nel tempo la vigna ha resistito ai secoli di urbanizzazione milanese, così come la Casa degli Atellani, la dimora milanese di Leonardo, e il Cenacolo di Santa Maria delle Grazie. Fu però distrutta nel corso di un incendio. Nel 1999 l’enologo Luca Maroni, in collaborazione con l’università, ritrovò la vigna di Leonardo.
Fu grazie agli studi dei genetisti che si poté capire a quali vitigni appartenevano i tralci rinvenuti nel terreno: era Malvasia di Candia, uno dei vini più apprezzati nel Rinascimento. Comparando il suo dna con quello delle malvasie italiane, si trovò il clone più simile tra quelle dei colli piacentini e vennero reimpiantate le barbatelle.
Visitare la Vigna di Leonardo
Qualche anno più tardi, grazie alla volontà della Fondazione Portaluppi e degli attuali proprietari di Casa degli Atellani, in occasione di Expo 2015 la vigna è stata riaperta al pubblico. Oggi il Museo della Vigna di Leonardo si può visitare in un tour di 30 minuti, che comprende anche la visita alla Casa degli Atellani. È possibile anche degustare vini antichi e rari.

Si può prenotare una visita a questo link: https://www.vignadileonardo.com/it/museo