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Il Picolit: storia di un grande vino friulano

Oggi vi parlo di un vino che ho scoperto recentemente, il Picolit. È un piccolo gioiello dell’enologia friulana che merita sicuramente di essere non solo assaggiato, ma anche conosciuto da un punto di vista storico e geografico.

Un vino storico

Incominciamo a dirvi che nasce da un vitigno autoctono antichissimo, da cui prende il nome l’omonimo vino, che risale al XIII sec a.C.. Il Picolit annovera fra i suoi estimatori imperatori romani e papi. Lo apprezzava persino il celebre Carlo Goldoni, che lo definisce come “la gemma enologica più splendente del Friuli”. Il vitigno, quasi scomparso nel 1700, veniva già coltivato infatti in epoca romana.

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Il suo successo e il suo rilancio sono da attribuire all’opera del Conte Asquini di Magagna, che lo pubblicizzò come alternativa al già famoso Tokaj. L’agronomo Conte Asquini (1726-1818), pur essendo notoriamente astemio, fu il primo a commercializzare e pubblicizzare in maniera moderna questo vino nella seconda metà del ‘700. Il vino era venduto grazie allo snodo commerciale di Venezia che lo portava nelle principali città e corti europee e nel papato. L’operazione si dimostrò da subito molto redditizia per l’alto prezzo del vino e la sua clientela illustre. Si pensi che nel 1785 sembra ne siano state vendute circa 5000 bottiglie da 0.61 litri.

Il Picolit nell’era contemporanea

Dopo la morte del conte Asquini iniziò il declino del Picolit che, seppur ricordato in testi enologici dell’epoca, deve aspettare gli inizi del ‘900 per la sua vera resurrezione. Autori incontrastati di questa rinascita sono stati i membri della famiglia Perusini, che presso la Rocca Bernarda iniziarono a rifondare l’antica vigna di Picolit. Di padre in figlio, questo vino è tornato a pieno titolo a ricoprire un ruolo fondamentale nel panorama enologico italiano ed internazionale con una qualità sempre più elevata, che ha sensibilizzato gli appassionati del settore. Fu proprio per conoscere il vino prodotto dalla Contessa Giuseppina Perusini che Luigi Veronelli scrive:

Non credo vi sia in Italia vino nobile più di questo. Le sue qualità lo renderebbero ciò che per la Francia è lo Chateau d’Yquem.

bottiglia passito

La saggezza popolare ha coniato intorno a questo stupendo vino un simpatico e irriverente detto:

Non offritelo a una signora o a una signorina – precisa la raccomandazione rivolta ai gentiluomini in età – perché potreste correre il rischio di sentirvi dire sì.

Vi consiglio di portare la vostra amata o colei che volete conquistare alla prossima degustazione.

Il Picolit e il suo terroir

Per comprendere un vino, oltre ad assaggiarlo, la prima cosa che dovete fare è conoscerne il proprio terroir. In questo caso siamo nel Friuli Venezia Giulia, che si presenta geograficamente perfetto per la produzione di ottimi vini. Le due principali zone climatiche, quella alpina a Nord e quella continentale moderata nel Centro Sud, regalano a questa terra condizioni ottimali per la produzione di eccellenti vini rossi. Questo grazie anche alle molte ore di sole e ad una temperatura media elevata intorno ai 15°. Altrettanto straordinari sono i vini bianchi per la forte escursione termica fra il giorno e la notte favorita dai flussi di aria che si creano fra le Alpi e il mare Adriatico.

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Le Alpi Giulie proteggono dalle correnti fredde le zone vinicole mentre l’influsso del Mar Adriatico mitiga le temperature permettendo la circolazione dell’aria. Il terreno deriva dalla degenerazione del corrugamento alpino e dalla formazione di un anfiteatro morenico che caratterizza con i suoi detriti gran parte delle zone collinari. Le marne e le arenarie, i depositi vulcanici ricchi di minerali, la striscia costiera sabbiosa e calcarea e i numerosi fiumi che attraversano questi suoli, rappresentano una varietà tale di terroir atti alla produzione di vini differenti e particolari sia ad un esame olfattivo che gustativo.

La DOCG Colli Orientali del Friuli Picolit

Il 60% della produzione vinicola del Friuli Venezia Giulia è rappresentata da vini bianchi (circa il 5% della produzione nazionale) con una resa per ettaro media di circa 80q/ha e con 4 DOCG e 11 DOC riconosciute ad oggi. La DOCG Colli Orientali del Friuli Picolit trova il suo riconoscimento nel 2006 e si trova in un’aerea dove si sovrappongono tutte e 4 le denominazioni DOCG: Colli Orientali del Friuli Picolit, Ramandolo, Rosazzo e Lison. Come si può vedere dalla cartina, la DOCG C.O.F. Picolit si trova a nord-est rispetto alla città di Udine su un territorio collinare con un’altitudine media che va dai 100 ai 300 metri s.l.m.

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Da dove nasce il nome?

Vediamo ora perché si chiama “Picolit”. Troviamo due possibili derivazioni: la prima ricollega il nome alle ridotte dimensioni dell’acino e del grappolo dovute al fenomeno dell’acinellatura ossia all’aborto floreale. Caratteristica di questo vitigno, infatti, è la presenza di un polline quasi totalmente sterile che provoca l’impossibilità di gran parte dei fiori di diventare frutti. Il grappolo risulterà spargolo con pochi acini piccoli che saranno, quindi, molto più ricchi di zuccheri e sostanze aromatiche. Per garantire una produzione minima (si parla di circa 40 q/ha), spesso questo vitigno viene impiantato vicino ad altre uve in modo da favorire l’impollinazione incrociata.

Una seconda versione sull’origine del nome lo ricollega alla parola “pecol” da cui Piculit, riferito alla sommità delle colline dove viene favorita la maturazione delle uve. Qualsiasi origine si voglia attribuire al nome del vitigno certo è che il padre indiscusso del Picolit rimane il Conte Fabio Asquini di Magagna.

Le tipologie del vino

Il Picolit è considerato uno dei migliori vini passiti italiani. Da disciplinare è previsto l’impiego di uve Picolit per almeno l’85%, con l’aggiunta di altri uvaggi per un max del 15%. Non è però ammesso l’uso del Traminer aromatico. Il titolo alcolometrico minimo è di 15%. Il Picolit si commercializza a partire dal Settembre successivo all’anno della vendemmia. Esiste anche una sottozona della DOCG Colli Orientali del Friuli Picolit che si chiama “Cialla”. Qui è richiesto l’uso di uve Picolit al 100%, con una gradazione alcolica che sale al 16% minimo. A questo si aggiunge un invecchiamento di 4 anni con affinamento in barrique a partire dal 1° novembre.

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Vi piacciono i vini friulani? Leggete anche: “Ribolla Gialla, un vino che fa tendenza. È così famoso da rientrare in classifica tra le prime ricerche di Google in fatto di vini”.

Il Picolit può essere suddiviso in tre differenti tipologie:

  • Varietale (con vendemmia dell’uva e vinificazione). Questa regala un vino elegante e profumato con buona acidità e residuo zuccherino.
  • Passito (con vendemmia e appassimento successivo delle uve). Il vino si presenta di un colore giallo paglierino intenso con riflessi dorati e con un bouquet fine e delicato prediligendo sentori di miele e vaniglia. In bocca risulta dolce, con accenni di frutta candita e mandorla, ed elegante con una sottile acidità che non lo rende stucchevole.
  • Botritizzato (vendemmia tardiva in presenza di muffa nobile o Botrytis cinerea). La maggiore concentrazione degli zuccheri e l’inconfondibile sentore di muffa lo rendono unico e prezioso.

Come degustare il Picolit

Certo, la teoria è interessante, ma non c’è niente di meglio di una visita in cantina per riuscire a impregnare tutti i nostri sensi di questa perla friulana. Visitare i vigneti, sentire i racconti di chi quella terra la conosce e la lavora da anni con maestria e dedizione. Assaporare i prodotti tipici del territorio che si sposano magistralmente con i vini che da esso vengono generati.

Tutto questo lo potete trovare presso la cantina “Il Roncal” che offre ai propri visitatori vini pregiati di vigneti autoctoni ed internazionali, fra i quali il nostro Picolit. Il Picolit dell’azienda vinicola Il Roncal deriva da uve Picolit 100% raccolte a mano, con successivo passaggio in barrique di rovere francese per almeno 36 mesi.

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Volete assaggiare il vino Picolit alla cantina Il Roncal? Prenotate qui una degustazione in cantina e assaggiate questa specialità del Friuli.