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I vini della Valtellina: passione per la tradizione

Conosciuta per i suoi ripidi terrazzamenti e la sua viticoltura eroica, la Valtellina è una delle regioni viticole italiane più famose e amate.

L’esposizione a sud, il microclima favorevole, la protezione delle Alpi e la brezza del lago di Como rendono la Valtellina un’oasi per la viticoltura. Il terreno ricco di biodiversità ha permesso di piantare con successo la vite già nei tempi antichi.

La tradizione è rimasta invariata: ancora oggi in periodo di vendemmia in Valtellina quintali di grappoli di uva vengono raccolti a mano e portati a spalla nelle gerle poi portati in cantina percorrendo ripidi sentieri e scalette.

Il vitigno tipico di questa regione è il Nebbiolo, localmente chiamato Chiavennasca, vitigno autoctono della Valtellina. Da questi grappoli nascono i vini della Valtellina.

Dove nascono i vini valtellinesi

La Valtellina è una delle valli italiane sicuramente più conosciute, ma una delle pochissime con orientamento est/ovest. Interamente percorsa dal fiume Adda, dalla sua sorgente fino al lago di Como, il suo fondovalle è molto stretto, arriva infatti nei punti più larghi ad un paio di chilometri. Nei suoi pendii ripidi sono coltivati a vigneti nel lato retico e a castagneti nel lato orobico.

vigneti valtellina
Vigneti in Valtellina coltivati da Azienda Agricola Folini – Valtellina

Date le pendenze, in special modo dei pendii retici, è stato necessario creare colture con la tecnica del terrazzamento. Il terreno nei vigneti valtellinesi è per la maggior parte sabbioso, generato dallo sfaldamento di rocce granitiche causato dal ritiro dei ghiacciai che ricoprivano tutta la valle in epoche remote.

Un terreno molto permeabile, quindi perfetto per la coltivazione della vite per la produzione dei vini della Valtellina. Il ristagno dell’acqua non si verifica mai e la vite non corre il rischio di andare in stress idrico. Ciò poiché le radici (soprattutto della Chiavennasca) affondano fino a raggiungere i 5/6 metri di profondità, riuscendo a trovare sempre l’acqua per sopravvivere, anche ai periodi di più grave siccità.

I principali vini della Valtellina

Lo Sforzato di Valtellina DOCG

Lo Sforzato (in dialetto locale “Sfursat”), dopo un lungo iter che ha impegnato duramente i produttori, è stato il primo passito rosso secco nazionale ad ottenere nel 2003 la DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita).

Come fa intendere il nome, l’uva (che è composta al 100% dal Nebbiolo) viene forzata con un processo di appassimento dei grappoli migliori; una volta posti su delle ceste o delle grate, facendo attenzione a non rovinarne gli acini, vengono posti in locali areati ed asciutti chiamati fruttai, dove si verificano grandi escursioni termiche.

In questa condizione, si verifica naturalmente una concentrazione di zuccheri, la quale diminuisce di circa il 50% la resa dell’uva in vino. Durante questo periodo di circa 3 mesi, avviene l’appassimento ed i grappoli perdono circa il 40% del proprio peso. L’acqua al loro interno si annulla quasi del tutto; inoltre aumentano molto gli zuccheri, i quali generano sostanze aromatiche che caratterizzano questo vino della Valtellina.

Le uve per norma devono essere pigiate dopo il 10 dicembre, tuttavia si attende spesso gennaio o febbraio per procedere a tale trattamento.

Si verifica a questo punto una lenta fermentazione: non meno di 25 mesi di maturazione, con immagazzinamento prima in botti di legno e poi in bottiglia. Con 2 Kg d’uva fresca, si generano 1,2 kg di uva appassita, che a sua volta produce una bottiglia di Sforzato.

Questo vino della Valtellina ha un colore rosso scuro, con aroma di frutti evoluti e speziati. In bocca ha carattere ma anche morbidezza, con note decise di confettura.

La sua gradazione, con 14 gradi o più, ne fa un ottimo vino da meditazione; può essere anche ottimamente accompagnato da formaggi stagionati (consigliamo il Bitto di Valtellina) o da pietanze importanti e ricche di sapore.

Il Valtellina Superiore DOCG

Questo vino valtellinese ha un affinamento di almeno 24 mesi, dei quali 12 (o più) in botti in rovere. I gradi alcolici sono almeno 12, ed è composto dal 90% di Nebbiolo e dal 10% di altri vitigni, comunque autorizzati e non aromatici. La resa dell’uva in vino è del 70%. Il Valtellina Superiore può avere diverse denominazioni in base alla sotto-zona:

Grumello

Prodotto a nord di Sondrio (con un’estensione vitata di 78 ettari) deve la denominazione al nome dal castello del 1400 che spicca sulla vallata.

La colorazione è rosso rubino con tendenza al granata; al naso ha profumi intensi con leggeri accenni di mandorla.

In bocca è secco e vellutato, più gustoso se prodotto con uve proveniente dalla zona chiamata dei “Dossi Salati”.

Maroggia

La località Maroggia è situata nelle zone del Comune di Berbenno e precede i territori del Sassella. Il vino qui prodotto ha un colore rosso e riflessi granati.

Il sapore è armonioso, secco e vellutato. Viene prodotto in quantità limitate ed è ricordato per essere stato definito da Benigno De’ Medici (che si fermò a Maroggia nel 400 per trovare ristoro), amabile e corposo.

Sassella

Anche il Sassella è costituito al 90% di Nebbiolo e di massimo il 10% di altri vitigni autoctoni. Viene prodotto con uve fra il Comune di Castione e le aspre zone ricomprese ad ovest del fiume Mallero.

Il colore è rosso carminio con tendenza al granata, i profumi si esaltano a mano che invecchia divenendo sempre più intensi. Ha un gusto armonioso e deciso, lievemente tannico. Subisce un’affinazione di 24 mesi, ottenendo una gradazione di almeno il 12%.

Dopo quattro o cinque anni di invecchiamento raggiunge il meglio di sé e può essere mantenuto in cantina all’interno di bottiglie per lungo tempo.

Inferno

Con un nome del genere, fa intendere quanto aspre ed impervie siano le zone dove viene prodotto, siti identificati fra Poggiridenti e Tresivio, in alcune zone di versante dove in estate la temperatura è spesso molto alta.

L’Inferno è la sotto denominazione che si posiziona ad est del Grumello, con un’estensione vitata ammontante a 55 ettari. Il vino prodotto con queste uve è di carattere, idoneo alla lunga conservazione; assume colore rosso scuro tendente al granata.

Può acquisire in seguito all’affinamento fragranze ricercate. Al palato è asciutto ed armonioso, leggermente tannico. È ritenuto il più austero dei vini Valtellina Superiore.

Valgella

Rappresenta la sotto zona più ampia del “Superiore” con area vitata di 159 ettari circa. Era in passato molto esportato in Svizzera, e prende il suo nome dal termine latino “Vallicula”, che vuol dire “vallicella”.

Ha inizialmente un gusto ben deciso, con una buona morbidezza che gli garantisce ottima tenuta durante l’invecchiamento. Al naso è delicato, mentre in bocca assume un sapore corposo, secco e armonico. Da giovane offre gradevoli sensazioni floreali.



Il Rosso di Valtellina DOC

Il Rosso di Valtellina, è prodotto nel versante retico della Valtellina, a medie altezze. Impiega circa 200 ettari di terreno su un totale di 800 destinati alla coltivazione di Nebbiolo della zona. Viene prodotto dai vigneti situati nei terreni fino ai 700 metri sul livello del mare ed è costituito dal 90% di Nebbiolo e dal 10% di altri vigneti come il Pignola o il Rossola.

Produttori vini della Valtellina – photo by Marcel Zanolari Vini Vivi

Il Rosso di Valtellina è adatto ad ogni pasto. Il suo colore rosso rubino si arricchisce di riflessi granata durante l’invecchiamento. Ha sensazioni olfattive persistenti, con profumi intensi e fruttati che ricordano la ciliegia e la viola. In bocca resta asciutto, morbido quanto basta e leggermente tannico.

Da giovane sarà di medio corpo, ma se invecchiato da 2 a 6 anni guadagnerà un gusto deciso e corposo. Per una ottimale degustazione si consiglia di servirlo in calici da vino rosso tra i 16 e i 18°C.

Terrazze Retiche di Sondrio IGT

A questa categoria di vini della Valtellina appartengono i bianchi, i rossi ed i rosati, composti dalle uve dei seguenti vitigni: Nebbiolo (in dialetto locale Chiavennasca), Barbera, Pignola, Rossola, Merlot, Riesling Renano, Fortana, Pinot Bianco, Pinot Nero, Chardonnay, Sauvignon Blanc.

Viene indicato con sigla IGT (specificandone l’appartenenza al relativo vitigno), il vino ottenuto da uve che provengono da vigneti composti da minimo l’85% dei sopracitati vitigni. Le zone di produzione, vengono identificate nei territori delle numerosissime frazioni della provincia di Sondrio.