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Bottiglia di vino: quando l’abito fa il monaco

Nella degustazione, spesso passa in secondo piano il ruolo fondamentale della bottiglia di vino. Vi è mai capitato di chiedervi “perchè quella bottiglia?”, con quella forma e quel colore, solo per lo sfizio del produttore o per motivazioni spesse volte sconosciute? La scelta della bottiglia non è mai banale, sia che si tratti di motivazioni legate alla migliore conservazione sia che si tratti di un elemento puramente di design. Niente nel mondo del vino è lasciato al caso. Secoli e secoli di esperienza hanno portato ad identificare e testare le soluzioni migliori per ottenere un prodotto di qualità eccellente.

Le caratteristiche della bottiglia di vino

Per molti secoli il vino è stato conservato in recipienti non idonei a preservarne e migliorarne il contenuto, realizzati con i materiali più disparati ma comunque con caratteristiche che comportavano il rischio dell’ossidazione e l’impossibilità di affinarsi e di migliorare nel tempo. Nel 1652 venne creata in Inghilterra la prima bottiglia appositamente studiata per il vino. Si capì, infatti, che il vino in bottiglia continua a migliorare i propri caratteri in quello che viene definito “affinamento”. Da quel momento, l’imbottigliamento rivestì a pieno titolo una duplice funzione: conservare e fruire del vino in piccole quantità.

Il colore

Il primo elemento che colpisce è il colore: le bottiglie sono prevalentemente di colore scuro (quasi esclusivamente verde, il famoso “verde bottiglia“), soprattutto se contengono vini rossi destinati all’affinamento. Uno dei fattori alla base di un’ottima conservazione del vino è la protezione dalla luce e quindi il colore della bottiglia diventa fondamentale per evitarne l’ossidazione e prolungare la vita del vino. Alcuni sostengono che il colore verde o marrone derivi da vecchie lavorazioni del vetro non perfettamente pure e che portavano a questa tipologia di colorazione. Il colore, oltre alla sua funzione primaria di protezione, è anche rappresentativo della zona di produzione: il “flauto” ad esempio è il colore “verde” dell’Alsazia mentre il marrone è tipico del Reno. Il colore “foglia morta” (verde/giallo) lo si trova in alcune bottiglie Borgognone utilizzate per il Pinot Noir e lo Chardonnay.   

La forma della bottiglia di vino

Il secondo elemento che colpisce in una bottiglia è sicuramente la forma: ogni vino ha la sua bottiglia e la scelta fra una tipologia e l’altra è dovuta proprio alle caratteristiche tecniche, alla tradizione, alla Regione di nascita, come segno distintivo o semplicemente al design. Innanzitutto vanno precisati alcuni termini tecnici, indicate nell’immagine.

Parti della bottiglia degustazione
Componenti tecniche della bottiglia

Di tipologie di bottiglie ne esistono molte, ma la più usata in tutto il mondo rimane la Bordolese, usata inizialmente della zona di Bordeaux, per le sue caratteristiche di peso e semplicità di stoccaggio si è diffusa in tutto il mondo. La Bordolese a spalla alta è preferibilmente usata per i passiti perchè più elegante della precedente. Invece la Champagnotta viene usata per lo Champagne e gli spumanti a metodo classico; il vetro ha uno spessore maggiore per resistere alla pressione esercitata dall’anidride carbonica. La Renana, o Alsaziana, è ideale per i vini bianchi e proviene dalla zona germanica del Reno.

degustazione vini Bottiglia RENANA

RENANA      

vini Bottiglia ALBEISA

ALBEISA     

degustazione vini Bottiglia BORDOLESE

BORDOLESE

degustazione Bottiglia  BORDOLESE CLASSICA

BORD. CLASSICA   

degustazione vini Bottiglia  BORDOLESE A SPALLA ALTA

BORD. A SPALLA ALTA   

vini Bottiglia PORTO

PORTO      


Tendete la bottiglia vino verso la luce; vedrete che i vostri sogni sono sempre sul fondo.

Rob Hutchison

Al contrario la Marsalese è la bottiglia utilizzata per la conservazione del Marsala con vetro marrone scuro o nero, mentre l’Albeisa è usata prevalentemente per la conservazione di vini rossi del Piemonte, anch’essa di colore scuro. Se la Borgogna o Borgognotta è destinata ai grandi vini francesi, per i vini rossi della Franconia o per i bianchi portoghesi si usa la Pulcianella o Bockbeutel. Infine, la bottiglia Porto viene usata per i vini liquorosi come il Porto e lo Sherry e l’Anfora, usata in Francia per i vini della Provenza, in Italia è diventata famosa per il Verdicchio.

degustazione vini Bottiglia BORGOGNOTTA

BORGOGNOTTA 

degustazione vini Bottiglia CHAMPAGNOTTA

CHAMPAGNOTTA 

degustazione vini Bottiglia CHAMPAGNE CUVEE

CHAMPAGNE CUVÉE

degustazione vini Bottiglia MARSALA

MARSALESE    

degustazione vini Bottiglia PULCINELLA

PULCIANELLA

degustazione vini Bottiglia ANFORETTA PROVENZALE

ANFORETTA PROVENZALE

     

Insomma, ce n’è per tutti i gusti!

Ma perché si usano bottiglie di vino da 75 cl?

Vi siete mai chiesti perchè si utilizzino prevalentemente bottiglie di vino da 0,75 l.?  Ormai è diventata di uso comune e non ci chiediamo più perchè proprio di questo formato, colori e forme diverse, ma sempre da 0,75. Ci sono varie teorie, o leggende, sull’argomento ma le tre più accreditate sono le seguenti. La prima spiegazione sembra nascere come unità di misura; contenendo esattamente 6 bicchieri da osteria (125 ml. a bicchiere), si poteva calcolare facilmente quante bottiglie sarebbero servite in relazione al numero dei clienti. Un’altra teoria pone l’attenzione sulla necessità per gli inglesi, luogo dove è nata la prima bottiglia come intesa oggi, di misurare il volume in galloni imperiali. Ogni cassa di vino poteva contenere soltanto due galloni e gli inglesi misero in ogni cassa 12 bottiglie da 0,75 l cadauna.

Ultima teoria, ma non per possibile rispondenza al vero, ricondurrebbe questa misura alla capienza polmonare dei vetrai che soffiavano il vetro per creare la bottiglia. Intorno al 1700 si cominciò a capire l’importanza dell’utilizzo di questo materiale per la conservazione del vino. I soffiatori del vetro che creavano le bottiglie non riuscivano a soffiare recipienti più grandi di 75 cl circa. Da allora questa misura è diventata di pratica comune e con l’avvento delle nuove tecnologie si sono potute realizzare le forme e le misure più disparate, lasciando però quella da 0,75 come misura standard.