Sempre più interessante e comune è il turismo enogastronomico, quel turismo che porta alla degustazione di cibo e vini tipici di una determinata regione o luogo. È bene quindi essere preparati e sapere come degustare vino. Con la giusta guida e soprattutto andando nei luoghi giusti è possibile fare un’esperienza eccezionale non solo materiale, ma anche spirituale (e non in senso alcolico)!
Non bisogna pensare che la degustazione di vini sia una prerogativa di pochi. Anche coloro che sono meno esperti in materia possono imparare a farlo e sviluppare un proprio percorso personale legato alle preferenze ed ai gusti. Molto più suggestivo è degustare il vino direttamente dalle cantine dove quest’ultimo viene prodotto. Le atmosfere particolari, gli odori speciali e le luci soffuse delle cantine creano i giusti presupposti affinché l’esperienza non sia solo legata al gusto, ma anche all’olfatto ed alla vista.
La degustazione è l’arte che permette di riconoscere in un vino i sapori, gli odori ed i sentori donati da un particolare terroir, ed è per questo che si deve degustare con tutti i sensi, e non solo con il gusto. L’esperienza può essere anche più profonda se uno qualsiasi di questi stimoli riporta alla memoria ricordi di un tempo passato, episodi di vita che rappresentano dei pezzi di storia. È importante fornirsi di un block notes per appuntare pensieri, riflessioni o notizie che possono presentarsi durante il percorso della degustazione.
Ma come degustare vino? Ecco gli aspetti principali.

Aspetto alla vista, vini rossi
L’esperienza di degustazione parte dalla vista. Per comprendere a fondo bisogno guardare il vino mentre viene versato nel bicchiere: è necessario portare poi il calice all’altezza degli occhi per valutarne la limpidezza e la trasparenza e, se è un vino frizzante, l’effervescenza. In questo momento è utile avvicinare un foglio bianco per valutare anche l’intensità del colore. Se il vino è rosso, la varietà delle sfumature che si potranno notare sarà altissima. Esse sono determinate dal tipo di uva, dalle zone di coltivazione e anche dal grado di maturazione del vino stesso.
Non è l’intensità del colore rosso che ne fa comprendere la qualità, perché tale effetto potrebbe essere dovuto anche a coloranti. Quel che è certo è che le sfumature di colore possono variare a seconda dei tempi di maturazione del vino stesso. In gioventù il vino presenterà delle forti sfumature di blu o di porpora che si trasformano con la maturazione in tonalità rubino via via sempre più tendenti al color granata.
Alla fine del ciclo di maturazione il vino rosso tenderà più al color mattone con sfumature aranciate fino ai colori mogano e marrone. Questi elementi sono visibili all’atto della degustazione. Le stesse caratteristiche possono essere visibili anche per quanto riguarda i vini bianchi.
Aspetto alla vista, vini bianchi
Anche in questo caso le diversità di colore sono moltissime e strettamente connesse al tipo di uova e al luogo in cui viene coltivata. All’inizio del suo ciclo vitale il vino bianco si presenterà con sfumature verdi nella base giallo tenue quasi incolore.
In seguito esso si trasforma giallo limone per attraversare sfumature dal paglierino all’oro fino a giungere all’ambrato. Nella rotazione del vino al calice tutti questi elementi appariranno evidenti permettendo di avere chiare diverse informazioni.
Valutazione del grado alcolemico

Il momento successivo è molto particolare ed importante è permette anche di rendersi conto del grado alcolemico dei vini. È, infatti, necessario far ruotare il vino nel calice così che le pareti dello stesso siano avvinate in modo tale da formare un anello liquido dal quale discendono gocce. La rapidità o la lentezza con cui le gocce discendono descriveranno il livello di alcool presente nel vino.
Come degustare vino: l’analisi olfattiva
Il percorso continua con l’olfatto e a questo punto è necessario, ad occhi chiusi, inspirare profondamente dal calice di vino e, dopo aver respirato a fondo, appuntare che cosa ha prodotto quel profumo, quali sensazioni ha provocato o quali ricordi ha riportato alla luce. Gli odori possono essere fruttati, fiorati o erbosi ed è possibile, attraverso questa esperienza, distinguerli bene ed identificarne alcuni. Non rare sono le sensazioni di cuoio, gesso o legno oltre che di frutti rossi e mandorle che vengono sprigionate dalla rotazione del vino nel calice.
L’assaggio del vino
Solo a questo punto si può pensare di assaggiare il vino e fare del momento un’esperienza unica nel suo genere. È importante sorseggiare il vino in piccole quantità mantenendola per qualche secondo in bocca. Solo così si possono raccogliere le singole sensazioni gustative. È importante infatti poter assaporare sia il sapore iniziale, sia quello intermedio sia quello finale del vino dato che la nostra lingua è in grado di riconoscere il dolce, l’acido, salato e amaro. Il massimo sapore è quello che rende equilibrati il tasso alcolemico, la tannicitá e l’acidità.
I sentori più comuni in bocca
Sorseggiando un vino bianco si possono sentire aromi di erbe aromatiche tra cui la salvia, il timo, la lavanda e la menta. Frequenti sono anche gli aromi degli agrumi, limoni e fiori d’arancio che rendono il gusto raro e particolare. I vini rossi invece, posseggono una gamma aromatica estremamente ampia. Frequente il gusto che va dalla ciliegia alla fragola e al lampone, ma anche elementi quali il mirtillo, il ribes nero e la mora.
Assaporare il vini significa anche saper distinguere il sapore fruttato del vino giovane da quello più vicino alle confetture ed ai canditi tipici dei vini più stagionati. Sono questi i passaggi di base per sapere come degustare il vini. Ma il gusto personale, la location, le cantine stesse e l’abbinamento con i cibi fanno la differenza.
Bisogna solo provare per credere!