Cantine Aperte: un fenomeno nazionale promosso anche in Abruzzo, che comincia ad assumere davvero dimensioni notevoli, dal momento che dal 1993, anno di nascita della kermesse, ad oggi ha totalizzato oltre un milione di presenze. Da semplice manifestazione a realtà affermata del panorama enoturistico italiano riproponendosi con successo ogni ultimo weekend di maggio.
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Cantine Aperte Abruzzo edizione 2021
Quest’anno si svolgerà sabato 29 e domenica 30 maggio, inizialmente si pensava di replicare in modalità online, come l’anno scorso, ma per fortuna di primi di maggio la situazione si è sbloccata e sarà possibile parteciparvi in presenza! Naturalmente sempre nel pieno rispetto delle norme di sicurezza in vigore.

Ecco l’elenco delle cantine nostre partner che partecipano all’evento.
Cenni storici di Cantine Aperte
Cantine Aperte non è solo una manifestazione enogastronomica, ma ha contribuito a creare una vera e propria cultura sull’enoturismo, diventandone traino. Vogliamo ricordare che l’enoturismo è arrivato a creare un giro di affari che si è assestato oltre i 2,5 miliardi di euro, e si trova davanti ad un’ulteriore crescita, visto che nel 2018, grazie al dialogo tra istituzioni e Movimento Turismo del Vino, è stata redatta una normativa in merito.
L’obiettivo di Nicola D’Auria, riconfermato presidente del Movimento Turismo del Vino anche per il 2021, è chiaro: istituire un tavolo permanente di ricerca e sviluppo del settore, sia a livello nazionale che internazionale, con il compito di promuovere iniziative che possano stimolare la creazione di nuove linee guida per l’enoturismo.
In attesa di partecipare a Cantine Aperte scopri i pacchetti degustazione delle nostre cantine!
I vini abruzzesi: tra storia e sapore
La storia della produzione dei vini abruzzesi è molto antica, fin prima dell’Impero Romano, quando Fenici e Greci colonizzarono il territorio ed iniziarono la coltivazione della vite in ampie zone della regione. Oggi in Abruzzo la maggior parte della produzione si concentra dalle fasce costiere a ridosso del mare Adriatico fino i massicci del Gran Sasso e della Majella.
Tra le fine del XIV sec. e l’inizio del XV la viticoltura abruzzese venne praticata quasi esclusivamente nelle valli in provincia dell’Aquila, fino alla terribile infestazione di Fillossera che nei primi del Novecento distrusse gran parte delle viti europee.
Successivamente l’enologia abruzzese si concentrò unicamente su due prodotti: il Trebbiano ed il Montepulciano.
Vini bianchi e rossi
Sono oltre 32.000 gli ettari di superficie vitata della regione, per una produzione annua di circa 3,5 milioni di ettolitri. Circa l’80% è rappresentato dal Montepulciano d’Abruzzo, senza dubbio uno dei grandi vini rossi italiani, tra i primi a ricevere la Denominazione di Origine Controllata. Attenzione, c’è da fare una distinzione. Il Montepulciano d’Abruzzo DOC é quello delle seguenti zone: Terre dei Vestini e Terre di Casauria nella provincia di Pescara; Teate in provincia di Chieti; Terre dei Peligni e Alto Tirino nella provincia de L’Aquila. Il Montepulciano d’Abruzzo della zona delle Colline Teramane è DOCG, riconoscimento arrivato nel 2003.
Dal 2011, quindi relativamente recente, c’è la Doc Villamagna, prodotta nell’omonimo paese in provincia di Chieti da un piccolo gruppo di vignaioli, si tratta di vini rossi a base di uve Montepulciano almeno per il 95%.
Il vino bianco abruzzese per eccellenza è il Trebbiano d’Abruzzo si produce con uve dell’omonimo vitigno e/o Trebbiano Toscano con l’aggiunta di altri vitigni (non oltre il 15%) a bacca bianca del territorio abruzzese. Vino fresco, dal caratteristico colore giallo paglierino e dal gradevole bouquet di fiori e frutta. Da bere giovane, ma anche dopo maturazione in botti di rovere.
La denominazione Abruzzo Doc, infine, tutela i principali vitigni autoctoni della regione. Il rosso Abruzzo Doc è a base Montepulciano (almeno 80%), mentre il bianco Abruzzo Doc è a base Trebbiano (almeno 50%). Per i vini passiti e gli spumanti, la Doc prevede l’impiego di un numero ristretto di vitigni tipici del territorio, come Pecorino e Passerina.
Cerasuolo d’Abruzzo, il rosato
Una menzione a parte merita il Cerasuolo d’Abruzzo, vino color rosso ciliegia, ottenuto da uve Montepulciano limitando il periodo di fermentazione in presenza delle bucce a poche ore oppure mediante una vinificazione “in bianco”. Uno dei rosati più longevi al mondo perché presenta un gran numero di sostanze antiossidanti che gli permettono di raggiungere la piena espressione dopo un lungo periodo. Potrete trovare bottiglie dal gusto complesso ed inteso ad altre dal sapore più semplice e diretto, tutte caratterizzate da una nota golosa di ciliegia e da un’invitante freschezza.