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Cantina Contadi Castaldi: una visita che racconta la Franciacorta

Un marchio dal sapore medievale, creato in epoca moderna. C’è tanto di nuovo nella cantina Contadi Castaldi. Anzi, di antico.

La cantina nasce nel 1987 ma in pochi anni è tra le più affermate di Franciacorta. Le bollicine scorrono copiose in queste lande protette dal Monte Alto, dritte verso l’obiettivo: un milione di bottiglie annue.

“Urco diaz!”

È il commento di una giovane visitatrice alla notizia che il vetro delle bottiglie resiste alla pressione di 11 atmosfere. Matteo, la nostra guida, la guarda imperturbabile: “Cioè, di tutto quello che abbiamo visto è questo che ti sorprende?”. Ridiamo tutti, nel gruppetto di vin-viandanti.

contadi castaldi cantina franciacorta

E in effetti la visita a Contadi Castaldi Franciacorta, stessa proprietà del patron di Bellavista, di spunti sorprendenti ne offre tanti. Dall’edificio, un’antica fornace che si è rivelata perfetta per la vinificazione e l’invecchiamento del vino, alla produzione: anche se si utilizzano sistemi automatizzati per il remuage, un campione di ogni lotto viene ancora girato a mano, ogni giorno 1/8 di giro. 18.000 bottiglie, mica bruscolini.

Pure la raccolta delle uve è rigorosamente manuale (una cooperativa arriva apposta dall’Est europeo). Parlare con Matteo del suo mestiere poi è un viaggio nel viaggio: “Capita di tutto. Gli stranieri vengono magari in calzoncini, cappellino, ciabatte da mare. Ma se ne intendono, spesso sono big spender.” Lavora per la cantina Contadi Castaldi da anni. E ha imparato ad adattarsi a ogni target di degustatori. Laurea in ingegneria civile, faceva lavoretti in cantina per mantenersi agli studi. La crisi dell’edilizia lo ha convinto che c’era più futuro nel vino che nel mattone. Non si è mai pentito. “C’è tanto da imparare, non si finisce mai”.

tappi contadi franciacorta

Ci spiega l’origine del doppio nome. La produzione deriva dai conferimenti di altre tenute, i Contadi appunto (solo 4 ettari sono di proprietà). I conferitori, i Castaldi secondo l’etimo medievale, sono circa 45 e quasi tutti fidelizzati. La creazione di ‘Contadi Castaldi’ in fondo riproduce quel mix di antico moderno che è la Franciacorta: qui si produce vino dal 1500, ma la nascita del consorzio e la creazione della “marca” sono recenti.

“Qui si produce vino dal 1500, ma la nascita del consorzio è del 1990 e la creazione della marca è un fatto recente.”

Anche il marchio della cantina, inconfondibile, è doppio. Per capirne l’origine Matteo ci porta davanti alle cataste per l’affinamento. Il cerchio, il pieno, è il derrière della bottiglia. Il quadrangolo è il vuoto, lo spazio tra l’una e l’altra. Curiosità: sulle prime etichette ruggiva la leonessa di Brescia.

sala contadi castaldi

Finalmente, siamo anche un po’ intirizziti, è il momento di ringalluzzire le papille. Ci dirigiamo quindi nell’ampio salone degustazione. È luminoso, accogliente. Le grandi finestre si aprono sulla campagna ancora in timida attesa della rinascita primaverile. La guardiamo da comodi divani. Il gruppo, giovani ristoratori, è affiatato, la conversazione frizzante. Perfetta per le cuvèe che Matteo ci propone. In ordine, il Brut che rappresenta la maggior parte della produzione, poi il Rosé; ecco i millesimati, il Satèn, lo Zèro (il pas dosè). Oltre all’indubbia qualità del contenuto apprezziamo le vestizioni, giocate in black&white e slash di colore per individuare ogni prodotto. Perfetto connubio tra rigore e innovazione.

vino contadi franciacorta

Anche se è il Satèn il pupillo di casa, è lo Zèro che s’impone alla nostra attenzione. Lo degustiamo in silenzioso raccoglimento. Saranno le speciali note sapide che derivano dal terreno morenico, ma a un certo punto la ragazza (quella dell’imprecazione) emette un mugolio di piacere. “Ecco, vedi cosa ti fa toccare il cielo?”, le fa la guida: “Altro che le 11 atmosfere”. Bravo Matteo.

Clicca qui per conoscere l’ampia e unica gamma di sentori e aromi della cantina Contadi Castaldi in una degustazione.