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Vino biologico e biodinamici


Cantine biologiche e biodinamiche

Con l’obiettivo di promuovere il “vino biologico”, numerose aziende dell’agroalimentare, della cosmesi e, ovviamente, del settore vinicolo, hanno intrapreso il percorso verso una sostenibilità totale. In questo articolo, esploriamo alcune di queste aziende, analizzando quando e perché hanno adottato questa metodologia di produzione sostenibile per il vino biologico.

Cantina Cosimo Maria Masini

Biodinamica

In Toscana, la cantina Cosimo Maria Masini si distingue per il suo impegno in favore dell’ambiente e della sostenibilità.

Dal 2000, anno di cambio proprietà, ha scelto di produrre vino biologico e successivamente biodinamico seguendo i principi del filosofo tedesco Rudolf Steiner.

La Biodinamica è un passo ulteriore rispetto all’agricoltura biologica, in quanto non solo esclude l’uso di prodotti chimici di sintesi, ma grazie ai suoi preparati, cerca di rigenerare il terreno aumentandone la fertilità biologica affinché le piante trovino un ambiente vitale in cui vivere” ci dice Maria, la titolare.

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Cantina

“La cantina Cosimo Maria Masini è molto attiva anche nel favorire la condivisione di esperienze in agricoltura biologica e biodinamica ospitando i volontari dell’associazione internazionale wwoof (www.wwoof.it), collaborando con numerose facoltà di agraria ed enologia per stage nazionali ed esteri e partecipando alla vita di numerose associazioni impegnate nello sviluppo e nella promozione dei metodi di agricoltura biologica e biodinamica”.


Torrazzetta Winery: prima azienda biologica dell’Oltrepò pavese

cantina biologica

Passiamo dalla Toscana alla Lombardia con Torrazzetta dell’Oltrepò Pavese, territorio principe del Pinot Nero, dove incontriamo Paolo che ci racconta che era il 1984 quando Franco e Gianna, proprietari di Torrazzetta Winery, hanno deciso di passare al biologico.

“Grazie alla lungimiranza dei nostri genitori, siamo stati, nel lontano 1984, la prima azienda vitivinicola in Oltrepò Pavese a convertirsi all’agricoltura biologica, in un tempo in cui sicuramente questo non costituiva un vantaggio commerciale ma era anzi visto dai più con diffidenza, come qualcosa di strano, azzardato, superfluo e rischioso”

Cosa vuol dire impegnarsi nella produzione di vino biologico e nella salvaguardia delle tradizioni e del territorio?

“La coltivazione dei vigneti avviene a controspalliera con potatura a guyot con una densità di impianto di circa 4.000 viti/ettaro e viene praticato l’inerbimento in modo da preservare la vita e la biodiversità del vigneto. Vengono utilizziamo solamente concimi di natura organica e trinciamo i sarmenti di potatura in campo, in modo da reintegrare i nutrimenti del terreno. I trattamenti dei vigneti sono fatti solo con prodotti tradizionali quali zolfo e rame e solo se strettamente necessari, a seconda dell’ andamento climatico dell’annata.”


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